Antropologia al servizio dell’hi-tech

Le intuizioni degli antropologi sono sempre più indispensabili per lo sviluppo e la promozione di nuovi prodotti hi-tech. Secondo la rivista New Scientist le maggiori aziende che promuovono tecnologia si avvalgono ormai da anni delle loro consulenze. Partendo da osservazioni sulla socialità e le sue regole all’interno di comunità ristrette, essi tentano di estrapolare le usanze connettive dei rapporti sociali, per inserirle, adeguate ai nostri usi, nella distribuzione dei prodotti. Sarebbe il caso della Vodafone che, tramite l’antropologo Richard Harper, avrebbe escogitato un servizio che consente di inviare Mms in un contenitore gestito da Vodafone che si fa carico di stampare e spedire la foto a chiunque si voglia. Contenitore e contenuto sono permanenti e comuni anche ad altri utenti che, interagendo allo stesso modo, formano una piccola comunità. L’idea nascerebbe dall’osservazione delle popolazioni studiate da Harper nelle Trobriand Islands, in Papua Nuova Guinea, che si scambierebbero doni una volta all’anno con una particolare modalità: la popolazione di un’isola può portare regali alla gente di un’altra isola ma non può riceverne. Di isola in isola le donazioni continuano finché l’ultima isola non rechi doni alla prima che ha iniziato il ciclo. Questa sorta di anello in cui nessuno dona a qualcuno da cui riceve, sarebbe il cemento sociale di queste genti isolate sui propri atolli: proprio il modello ricalcato da Vodafone. (m.zi.)

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