App e tecnologia, cosa vogliono gli italiani per il 2014

    Fra qualche tempo, forse, potremo finalmente liberarci dall’ingombro delle password che proteggono le nostre identità virtuali. Sarà sufficiente portare con noi quello che abbiamo sempre dietro: il corpo. Che, grazie a una serie di sensori biometrici, ci identificherà univocamente per siti e applicazioni, permettendoci finalmente di dimenticare pin e sequenze lunghissime di lettere, numeri e simboli. A dirlo sono i risultati del sondaggio di Ericsson ConsumerLab, che ha individuato le dieci tendenze di consumo più importanti per il 2014 in Italia. In cima alla classifica, per l’appunto, le password basate su impronte digitali o composizione della retina: secondo la ricerca, il 52 per cento degli utenti smartphone desidera utilizzare le proprie “credenziali biologiche” al posto delle password tradizionali e il 48 per cento è interessati a servirsi del riconoscimento oculare per sbloccare il loro schermo. Quello dei cosiddetti smartphone biometrici è un settore che, secondo il 74% degli interessati, diventerà addirittura un fenomeno di massa nel 2014.

    Segue da vicino, poi, il “benessere fai-da-tech” – ovvero l’insieme di hardware e software messi a punto per monitorare il proprio stato di salute. Pressione arteriosa, battiti cardiaci, calorie ingerite, qualità del sonno. E chi più ne ha più ne metta: il 40 per cento degli utenti smartphone desidera che il loro dispositivo sia in grado di registrare tutte le attività fisiche svolte. Tutto questo, tra l’altro, nonostante le paure per la privacy, più che giustificate in clima di Datagate. Gli italiani, infatti, sono convinti che i benefici della rete siano di gran lunga superiori alle preoccupazioni: sebbene il 56 per cento degli utenti internet si dichiari preoccupato per le questioni relative alla sicurezza dei propri dati, solo il 4 per cento di loro afferma di aver effettivamente ridotto l’utilizzo della Rete. Le contromisure, per ora, si limitano a una maggiore cautela nel tipo di informazioni personali che gli internauti condividono.

    EricssonLab evidenzia poi come gli smartphone stiano riducendo il cosiddetto digital divide, conseguenza del fatto che l’accesso a Internet su scala globale e nazionale sia ancora inadeguato e distribuito in modo piuttosto diseguale. Un problema, secondo lo studio, che potrà essere sormontato grazie al fatto che gli smartphone con accesso alla Rete dati saranno sempre più economici, permettendo ai consumatori di usufruire di servizi internet senza la necessità di acquistare dispositivi costosi. Tanto che, già ora, il 51 per cento dei consumatori considera il proprio telefono cellulare l’oggetto tecnologico più importante che possiede.

    Credits immagine: Ed Yourdon/Flickr

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