Arslantepe, alle origini del potere

Fino al 9 gennaio i Mercati Traianei celebrano i 700 anni dell’Università di Roma “La Sapienza” ospitando una mostra che evidenzia l’impegno dell’Ateneo romano in campo archeologico. Solo oggi, per la prima volta, vengono infatti presentati al pubblico i risultati di un lavoro durato ben 40 anni nel grande scavo di Arslantepe, “la collina dei leoni”. Il sito, nell’odierna Turchia orientale, tra le pianure dell’Iraq, la steppa siriana e l’altopiano anatolico tra l’Iran e la stessa Turchia, ha rivelato ai ricercatori le origini di uno dei più antichi stati del mondo dalla storia millenaria.Sono circa 200 gli oggetti esposti, tra cui spiccano alcune spade, tra le più antiche conosciute, ma soprattutto il corredo funerario di una Tomba Reale del 3000 a.C., allestita in una sorta di ricostruzione contestuale che facilita al visitatore la comprensione della condizione dei reperti al momento del loro ritrovamento. Il resto dell’esposizione è costituito da manufatti in ceramica, lance, gioielli, sigilli, documenti amministrativi, riproduzione di tracce di affreschi, ma anche da elaborazioni grafiche, pannelli didattici e da un video che illustra l’intera vicenda. Il nome di “collina dei leoni” proverrebbe dalle due statue che dovevano essere davanti ad un palazzo reale del 1000 a.C. e che i viaggiatori all’inizio del XX secolo ancora potevano vedere, a differenza degli archeologi dall’Ateneo romano che hanno raggiunto il loro obiettivo nascosto sotto un cimitero medievale, un villaggio romano, palazzi e mura ittiti (che fine hanno fatto?). Al di sotto di questa impressionante stratificazione storica sono state ritrovate case e cittadelle riferibili all’Antica Età del Bronzo (II-III millennio a.C.): un complesso di edifici pubblici appartenenti ad una delle prime società urbane e un sistema statale con la sua burocrazia e problemi di contabilità, in un’età che ancora non conosceva la scrittura. I sigilli conservatisi testimoniano la necessità di impedire prelievi abusivi di scorte alimentari raccolte in grandi magazzini. Tali sigilli erano in argilla fresca (cretula) che, una volta rotta, faceva anche da ricevuta e caratterizzavano le grandi famiglie, elite grazie alle quali prese avvio una richiesta di oggetti di lusso che diedero vita all’arte di Arslantepe.La fioritura della città va datata tra il 3800 ed il 3400 a.C., quando i capi sacerdoti, ritenuti mediatori tra l’uomo e le divinità, riuscirono ad accentrare il potere avendo libero accesso al denaro: a quest’epoca risale un tempio di 400 mq. a due piani e diviso in tre sale secondo una tripartizione tipica della Mesopotamia, segno di influenze di realtà limitrofe. All’età immediatamente successiva (3350 a.C.) si attesta l’area pubblica di 2000 mq., primo esempio di palazzo pubblico che non svolse il ruolo di residenza dei capi ma quello di centro per le attività religiose, economiche e politiche della comunità. All’interno del palazzo erano altri due templi, di dimensioni ridotte rispetto all’altro, nei cui ambienti sono stati ritrovate coppe per libagioni e altari per sacrifici, probabilmente anche umani. Come spesso accade in questi casi, la conservazione dei reperti è dovuta ad un grande incendio che, pur distruggendo Arslantepe intorno al 3000 a.C., ne ha preservato buona parte sotto una coltre di macerie e cenere. ANATOLIA. ARSLANTEPE. ALLE ORIGINI DEL POTEREFino al 9 gennaio 2005Mercati di Traiano, RomaOrari: martedì-domenica 9-19lunedì chiusoBiglietti: intero € 7,50; ridotto € 4,40Informazioni e prenotazioni 0682077304

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