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    Calvizie, cellule staminali e medicina rigenerativa per recuperare i follicoli

     

    Affidare alle cellule staminali anche la ricrescita dei capelli persi? Si può: lo garantisce un nuovo protocollo medico, che inizia a diffondersi ora anche in Italia, che lavora proprio per rinforzare e far ritornare in vita quei follicoli atrofizzati o indeboliti, causa dell’alopecia maschile e femminile.

    HairClinic 2L’alopecia androgenetica, o calvizie, la più diffusa tra uomini e donne, causa la perdita di capelli in alcune aree del capo: dalla cosiddetta stempiatura, agli spot (chiazze in cui i capelli mancano), fino allo stadio più avanzato in cui il cuoio capelluto si presenta liscio e i capelli non riescono più a crescere. Un problema difficile da affrontare con risvolti psicologici differenti tra uomo e donna, la cui soluzione oggi offre diversi spunti e opportunità di cura, non tutte però efficaci allo stesso livello.

    Tra queste infatti, l’ago della bilancia tra costi e benefici è spesso spostato verso i primi: il trapianto tanto reclamizzato, per esempio, deve tener conto del cosiddetto shock loss, ovvero l’indebolimento anche del bulbo pilifero sano come conseguenza del trattamento locale. Altri interventi più lievi spesso mostrano la loro inefficacia nel lungo periodo: per risolvere davvero la perdita di capelli e recuperare una chioma fluente la scienza non ha ancora inventato prodotti miracolosi.

    Ma le buone notizie sono arrivate dagli studi scientifici: Nature già nel 2013 pubblicava uno studio svolto dai ricercatori del Kings College di Londra in cui si evidenziava il lavoro dei fibroblasti, cellule del tessuto connettivo che riparano la pelle danneggiata (per esempio producendo collagene). La quantità dei fibroblasti – sosteneva lo studio – può essere aumentata, migliorando e accelerando così la guarigione dei tessuti, anche di quelli che sono responsabili della crescita del capello. Questa scoperta ha aperto un nuovo filone di ricerca e di applicazione per la cura dell’alopecia: grazie all’aiuto dei fibroblasti “aumentati” infatti è possibile trovare nuove modalità per far crescere i capelli persi e curare il tessuto invecchiato o deteriorato, anche quello che contiene i follicoli.

    Proprio questo è l’obiettivo della medicina rigenerativa: studiare nuove modalità per la rigenerazione dei tessuti e nel caso dell’alopecia creare un’interazione tra le cellule per rimettere in funzione quei bulbi che non producevano più capelli o li fornivano particolarmente sottili.

    In alcuni centri tricologici avanzati, anche in Italia come i centri di HairClinic si usa ora il protocollo di medicina rigenerativa bSBS. Che parte da un assunto: le cellule staminali presenti sul capo di una persona che ha perso i capelli sono pari a quelle di chi invece mostra una chioma fluente. Ecco allora la strategia: risvegliare queste cellule attraverso un trattamento che per il paziente non è né doloroso né invasivo, prelevando, trattando e ri-iniettando sulla cute del capo quattro diversi gruppi cellulari. Il risultato: cellule rinvigorite, bulbo pilifero nuovamente sano, capelli più spessi e pronti a ricrescere senza alcuna controindicazione medica.

    La tecnica del protocollo bSBS mette in gioco 4 gruppi cellulari: i primi sono gli endoteliociti, produttori di sostanze in grado di far nascere nuovi capillari; i secondi sono i periciti, che fanno nascere nuovi rami dai capillari; i terzi sono i preadipociti, in grado di stimolare la nascita del capello; i quarti sono le cellule mesenchimali sottocutanee, vere coordinatrici delle altre cellule. Il risultato, in una sola infiltrazione delle proprie cellule con piccoli aghi indolore, è quello della massima ricrescita dei capelli in modo completamente naturale.

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