Categorie: Spazio

Asteroide Bennu, volo di andata e ritorno

Non ci è bastato arrivare su una cometa distante 400 milioni di chilometri. E trivellarne il suolo con un trapano. Ci stiamo preparando (o meglio, lo stanno facendo per noi gli scienziati della Nasa) a una missione ancora più ambiziosa: raggiungere l’asteroide Bennu e recuperare dei campioni di roccia da analizzare. Stavolta, però, li riporteremo indietro sulla Terra. Per spiegare la missione, gli esperti del Conceptual Image Laboratory (Ci Lab) al Goddard Space Flight Center di Greenbelt hanno creato un video animato (in risoluzione 4K) che racconta il lungo viaggio di Bennu e svela quello che ancora non sappiamo sull’origine del Sistema solare.

“Andremo su Bennu perché vogliamo sapere cosa ha visto nel corso della sua evoluzione”, racconta Edward Beshore, della University of Arizona, principale ricercatore per la missione di raccolta e rientro di campioni di asteroidi della Nasa, Osiris-Rex (Origins, Spectral Interpretation, Resource Identification, Security – Regolith Explorer). La missione sarà lanciata alla fine del 2016 e arriverà sull’asteroide nel 2018. Il rientro sulla Terra, invece, è previsto per il 2023. “Lo studio di Bennu”, spiega ancora Beshore, “ci dirà molto sull’origine del nostro Sistema solare e su come si è evoluto, cioè, in definitiva, sulla nostra stessa origine”.

Rispetto alla Terra, infatti, la composizione degli asteroidi è molto simile a quella di miliardi di anni fa, durante la formazione del Sistema solare: “Su pianeti come il nostro, i materiali sono stati profondamente modificati dall’attività geologica e dalle reazioni chimiche con l’acqua e con l’atmosfera. Pensiamo, invece, che Bennu sia rimasto relativamente simile a come era parecchio tempo fa. L’asteroide, dunque, sarà una sorta di capsula del tempo che ci permetterà di tornare nel profondo passato”. Il conto alla rovescia per il decollo è già iniziato. Ma non fatelo sapere al Tg4.

Credits immagine e video: NASA’s Goddard Space Flight Center Conceptual Image Lab
Via: Wired.it

Sandro Iannaccone

Giornalista a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. È laureato in fisica teorica e collabora con le testate La Repubblica, Wired, L’Espresso, D-La Repubblica.

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