Il segreto delle aurore su Giove

(Credit: NASA, ESA, and J. Nichols (University of Leicester))

Cosa dà origine al fenomeno delle aurore boreali su un altro pianeta? Uno studio pubblicato su Nature mostra come le aurore di Giove avrebbero un’origine inaspettata, simile a quella delle aurore più deboli osservabili sul nostro pianeta.

Le aurore boreali, osservabili nelle zone polari del pianeta, sono un fenomeno causato dall’interazione di particelle cariche provenienti dal Sole con la nostra atmosfera. Sulla Terra, possiamo solitamente osservarne due tipi: una versione intensa, che avviene quando le particelle cariche vengono accelerate dai campi elettrici e magnetici presenti nell’atmosfera, e una versione più debole, causata invece dallo scattering di elettroni che sono stati magneticamente intrappolati. Questo è quello che avviene sulla Terra, ma cosa succede invece su altri pianeti? Grazie ai dati ottenuti dalla sonda Juno della NASA, gli scienziati hanno potuto studiare l’origine delle aurore boreali di Giove.

Nello studio, pubblicato su Nature, gli scienziati spiegano che le aurore osservabili sul gigante gassoso sono talmente intense che fino ad ora si pensava che dovessero essere causate da un processo simile a quello che dà origine alle aurore più potenti sulla Terra, ma su più grande scala. Tuttavia, nei dati raccolti da Juno non ci sono tracce di questo fenomeno. Sorvolando il pianeta diverse volte, la sonda ha infatti rilevato la presenza di elettroni accelerati, ma questi non sembrano essere collegati alla generazione delle potenti aurore visibili sul pianeta. Sembra invece che le aurore potrebbero essere causate da un processo simile a quello che sulla Terra dà origine alla versione più debole del fenomeno, lo scattering (ossia la diffusione di particelle elettromagnetiche) di elettroni che sono stati intrappolati in un campo magnetico.

Utilizzando il suo spettrografo, Juno ha infatti raccolto diverse lunghezze d’onda di luce ultravioletta da cui è stato possibile osservare gli elettroni ad alte, medi e basse energie presenti nell’atmosfera del gigante gassoso, contrassegnati nelle immagini ottenute con i colori rosso, verde e blu.

I ricercatori sottolineano come ulteriori dati siano necessari per fare luce su questo interessante fenomeno, che potrebbe aiutare a capire in che modo Giove interagisca elettromagneticamente con lo spazio che lo circonda.

Riferimenti: Nature

Claudia De Luca

Dopo la laurea triennale in Fisica e Astrofisica alla Sapienza capisce che la vita da ricercatrice non fa per lei e decide di frequentare il Master in Giornalismo e Comunicazione della Scienza all'Università di Ferrara, per imparare a conciliare il suo amore per la scienza e la sua passione per la scrittura.

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