Il bacino della donna si restringe con l’età

(Immagine: MorphoLab, University of Zurich)

“Una finestra che si apre per un certo tempo, e poi si chiude”. Così Marcia Ponce de León dell’Università di Zurigo ha definito il bacino, o meglio la sua evoluzione, interessata con i colleghi a capire come si evolvesse nel corso della vita umana questa finestra che permette alla specie umana, rispetto agli altri primati, di nascere con un cranio così grande. La ricercatrice e i colleghi hanno infatti  scoperto che quello della donna si restringe con l’avanzare dell’età, segnando la fine del periodo fertile.

Per comprendere l’evoluzione del bacino il team di scienziati si è servito di una sofisticata tecnologia di imaging in 3d. Dopo aver eseguito la Tac di 275 bacini (151 maschi e 124 femmine) di età compresa tra adolescenti in via di sviluppo e i 95 anni, il team ha riprodotto in tre dimensioni ogni bacino, identificando i punti di riferimento anatomici utili per analizzare come la forma del bacino differiva tra maschi e femmine e tra le persone di età diverse.

I risultati della ricerca hanno evidenziato come verso la fine della pubertà, i bacini femminili erano in media circa il 25% più larghi di quelli maschili. Inoltre, dall’analisi è emerso che il bacino delle donne dai 70 anni in su era circa l’8% più stretto rispetto a quello delle donne di mezza età, dimostrando quindi che il bacino femminile aveva subito un effettivo restringimento. Infatti, il periodo in cui la pelvi femminile è più ampia, tra la pubertà e i 40 anni, corrisponde al momento di picco della fertilità di una donna.

Il bacino è una struttura ossea che fornisce il supporto per organi interni, come per esempio l’utero. I ricercatori suggeriscono che la sua forma mutevole fornisce al corpo un canale per il nascituro più ampio solamente quando è necessario, ovvero nel periodo in cui una donna ha più probabilità di rimanere incinta. Inoltre i livelli di estrogeni, che si innalzano durante la pubertà e si abbassano con l’avanzamento dell’età sono la causa più probabile dell’ampliamento e del conseguente restringimento del bacino, soprattutto perché questi ormoni sono noti per avere un forte impatto nella crescita delle ossa e nello sviluppo in generale.

Riferimenti: Pnas doi: 10.1073/pnas.1517085113

Marta Musso

Laureata in Scienze Naturali alla Sapienza di Roma con una tesi in biologia marina, ha sempre avuto il pallino della scrittura. Curiosa e armata del suo bagaglio di conoscenze, si è lanciata nel mondo del giornalismo e della divulgazione scientifica. “In fin dei conti giocare con le parole è un po' come giocare con gli elementi chimici”.

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