Balbettare con le mani

I bambini esposti al linguaggio dei segni sviluppano una sorta di “balbettio motorio”, del tutto analogo al balbettio attraverso cui si impara a parlare. Lo sostengono, in un articolo sulla rivista Cognition, i ricercatori del Dartmouth College di Hanover, nel New Hampshire. Laura Ann-Petitto e i suoi colleghi hanno studiato tre neonati dall’udito normale ma figli di genitori non udenti, e per questo esposti quotidianamente al linguaggio dei segni. Come gruppo di controllo, hanno utilizzato altri tre bambini figli di genitori con normali capacità uditive. Lo scopo era verificare se il linguaggio dei segni stimola lo stesso tipo di imitazione stimolato dal linguaggio verbale. Mediante sensori fissati sulle mani, i ricercatori hanno registrato i movimenti dei bambini, e il ritmo dell’attività motoria nei due gruppi è risultato differente. I bambini esposti al linguaggio dei segni hanno fatto registrare movimenti a bassa frequenza assenti negli altri bambini. Secondo i ricercatori, questi movimenti sarebbero un “balbettio” con la stessa funzione del balbettio linguistico, e avrebbero lo scopo di portare il bambino, tramite un percorso di tentativi ed errori, all’acquisizione di un linguaggio vero e proprio. (b.s.)

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