Categorie: Spazio

Barnard 86, la nebulosa a forma di geco

Sembra un immenso geco nero disegnato su un luminoso tappeto di stelle. In realtà si tratta di Barnard 86, una nebulosa oscura formatasi durante la nascita del vicino ammasso Ngc 6520. Entrambi gli oggetti celesti sono visibili nella nuova immagine ripresa da Mpg/Eso, il telescopio di 2,2 metri dell’Eurpean Southern Observatory (Eso) di La Silla, in Cile. La foto mostra una delle regioni più brillanti della Via Lattea, una zona della costellazione del Sagittario dove l’altissima densità di stelle presenti permette di distinguere chiaramente la nebulosa oscura, che sarebbe altrimenti invisibile.

Barnard 86 è più precisamente un globulo di Bok (dal nome del loro scopritore, Bart Bok), una nube di polvere stellare al cui interno stanno presumibilmente nascendo nuove stelle. Il materiale di cui è composta la nebulosa assorbe e disperde la luce proveniente dalle vicine stelle, e questa appare quindi come una zona nera, visibile unicamente per il contrasto con la grande luminosità dello sfondo.

Ngc 6520 è invece un ammasso stellare aperto, cioè un gruppo di stelle formatesi tutte allo stesso momento dal collasso di una nube di gas e polveri stellari. Di solito queste stelle si consumano in un periodo relativamente breve, nell’ordine di qualche centinaio di milioni di anni. A quelle di Ngc 6520 comunque dovrebbe rimanere ancora parecchio tempo da vivere perché, come è possibile capire dal loro colore azzurro chiaro, sono ancora molto giovani.

Il grande numero di stelle presente in questa regione della costellazione del Sagittario rende difficile raccogliere informazioni precise sui corpi celesti della zona. Gli astronomi stimano che Ngc 6520 si trovi a circa 6.000 anni luce dal nostro Sole, e sia nata circa 150 milioni di anni fa dal collasso di una nube molecolare gigante (un ammasso di materiale la cui densità permette la formazione di molecole a partire da atomi di idrogeno), i cui resti hanno formato la nebulosa Barnard 86.

Riferimenti e credits immagine:Eso

 

Simone Valesini

Giornalista scientifico a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. Laureato in Filosofia della Scienza, collabora con Wired, L'Espresso, Repubblica.it.

Articoli recenti

Mesotelioma, 9 casi su 10 sono dovuti all’amianto

Si tratta di una patologia rara e difficile da trattare. Colpisce prevalentemente gli uomini e…

3 ore fa

Uno dei più misteriosi manoscritti medioevali potrebbe essere stato finalmente decifrato

Secondo gli autori di un recente studio potrebbe contenere informazioni sul sesso e sul concepimento,…

3 giorni fa

Ripresa la comunicazione con la sonda Voyager 1

Dopo il segnale incomprensibile, gli scienziati hanno riparato il danno a uno dei computer di…

5 giorni fa

Atrofia muscolare spinale, ampliati i criteri di rimborsabilità della terapia genica

L’Aifa ha approvato l’estensione della rimborsabilità del trattamento, che era già stato approvato per l'atrofia…

6 giorni fa

Così i tardigradi combattono gli effetti delle radiazioni

Resistono alle radiazioni potenziando la loro capacità di riparare i danni al dna. Piccolo aggiornamento…

1 settimana fa

Leptospirosi: perché crescono i casi a New York?

Mai così tanti casi di leptospirosi in un anno dal 2001: a contribuire all’aumento delle…

1 settimana fa

Questo sito o gli strumenti di terze parti in esso integrati trattano dati personali (es. dati di navigazione o indirizzi IP) e fanno uso di cookie o altri identificatori necessari per il funzionamento e per il raggiungimento delle finalità descritte nella cookie policy.

Leggi di più