Salute

Beethoven, il genoma svela i segreti del grande compositore

Dalla sordità ai disturbi gastrointestinali cronici. I problemi di salute di Ludwig van Beethoven sono stati per decenni al centro di accesi dibattiti scientifici. Fino ad ora. Grazie a un nuovo studio, appena pubblicato sulla rivista Current Biology, siamo riusciti a sequenziare il genoma del grande compositore e a svelare questi e altri misteri sulla sua vita. Servendosi di cinque ciocche dei suoi capelli, infatti, un team di ricerca internazionale, coordinato dall’Università di Cambridge, ha scoperto alcune importanti informazioni sui problemi di salute di Beethoven, come la malattia al fegato e l’epatite B, che potrebbero finalmente far luce sulle cause della sua morte.


La Data Science indaga il codice di Beethoven


I test sul dna

Sappiamo che Beethoven subì una progressiva perdita dell’udito, iniziata tra la metà e la fine degli anni ’20 e che lo portò a essere completamente sordo nel 1818. Non solo: oltre a problemi gastrointestinali cronici, nell’estate del 1821 Beethoven ebbe il primo di almeno due attacchi di ittero, sintomo di una malattia del fegato, a lungo considerata tra le cause più probabili della sua morte, avvenuta nel 1827, all’età di 56 anni. Per far luce sulle possibili cause genetiche delle diverse malattie del compositore, i ricercatori hanno analizzato il dna di cinque ciocche di capelli, acquisite da collezioni pubbliche e private nel Regno Unito, in Europa e negli Stati Uniti, e ritenute, dopo aver condotto test di autenticazione, “quasi certamente autentiche” (ricordiamo che in precedenza erano state fatte analisi genetiche su capelli che non erano suoi, ma di una donna).

Dalle analisi, il team ha scoperto una serie di fattori di rischio genetici significativi, ossia una predisposizione, per le malattie del fegato e trovato prove di un’infezione da virus dell’epatite B nei mesi precedenti la morte del compositore, che potrebbe aver aggravato la malattia al fegato, insieme al consumo di alcol. Tuttavia, come avvertono gli autori, la natura e la tempistica di questa infezione non possono essere determinate, così come la reale portata del suo consumo di alcol. “Possiamo supporre che il suo consumo di alcol era regolare, anche se è difficile stimare i volumi consumati”, commenta l’autore principale dello studio Tristan Begg. “Sebbene la maggior parte dei suoi contemporanei affermi che il suo consumo fosse moderato rispetto agli standard viennesi dell’inizio del XIX secolo, non c’è un accordo completo tra queste fonti e probabilmente equivaleva a quantità di alcol dannose per il fegato. Se il suo consumo di alcol è stato sufficientemente gravoso per un periodo di tempo sufficientemente lungo, l’interazione con i suoi fattori di rischio genetici presenterebbe una possibile spiegazione per la sua cirrosi“.

La perdita dell’udito e altri disturbi

Per quanto riguarda la sordità, i ricercatori hanno osservato che la perdita dell’udito del compositore potrebbe essere collegata a diverse potenziali cause, e non avere quindi una semplice origine genetica. “Sebbene non sia stato possibile identificare una chiara base genetica per la perdita dell’udito di Beethoven, questo scenario non può essere ancora escluso”, avverte Axel Schmidt, tra gli autori dello studio. “I dati di riferimento, che sono obbligatori per interpretare i singoli genomi, stanno migliorando costantemente. È quindi possibile che il genoma di Beethoven riveli indizi sulla causa della sua ipoacusia in futuro”. Per i disturbi gastrointestinali, i ricercatori non hanno trovato alcuna spiegazione genetica, sostenendo inoltre che la celiachia e l’intolleranza al lattosio sono spiegazioni altamente improbabili. Non solo: è stato anche scoperto che Beethoven aveva un certo grado di “protezione” genetica contro il rischio di sindrome dell’intestino irritabile , ritenuta a lungo come possibile causa di questi disturbi.

“Non possiamo dire con certezza cosa abbia ucciso Beethoven, ma ora possiamo almeno confermare la presenza di un rischio genetico significativo e un’infezione da virus dell’epatite B”, ha commentato Johannes Krause, ricercatore del Max Planck Institute. “Considerando la storia medica nota, è molto probabile che sia stata una combinazione di questi fattori, incluso il consumo di alcol, ad agire in concerto, ma la ricerca futura dovrà chiarire la misura in cui ogni fattore è stato coinvolto”, aggiunge Begg.

Un segreto di famiglia

Inoltre, dalle analisi genetiche svolte su cinque uomini che oggi vivono in Belgio e in Germania e hanno il cognome Beethoven, il team ha scoperto che condividono tutti lo stesso cromosoma Y. Vale a dire, quindi, che hanno un antenato comune nella linea di parentela maschile. Il cromosoma Y trovato nei campioni di capelli di Beethoven, invece, è molto diverso e questo probabilmente é, come ipotizzano i ricercatori, il risultato di almeno un “evento di paternità extra-coppia”, un figlio derivante da una relazione extraconiugale, nella linea paterna diretta di Beethoven. Sebbene in precedenza fossero già stati sollevati dubbi sulla paternità del compositore, per l’assenza di un documento di battesimo, i ricercatori non sono stati in grado di determinare la generazione durante la quale si è verificato questo evento. “Speriamo che rendendo il genoma di Beethoven pubblicamente disponibile per i ricercatori, un giorno riusciremo a rispondere alle restanti domande sulla sua salute e sulla sua genealogia”, ha concluso l’autore.

Via: Wired.it

Credits immagine: Viktor Mogilat su Unsplash

Marta Musso

Laureata in Scienze Naturali alla Sapienza di Roma con una tesi in biologia marina, ha sempre avuto il pallino della scrittura. Curiosa e armata del suo bagaglio di conoscenze, si è lanciata nel mondo del giornalismo e della divulgazione scientifica. “In fin dei conti giocare con le parole è un po' come giocare con gli elementi chimici”.

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