Betelgeuse è una supergigante rossa, una stella molto luminosa e in tempi non lontanissimi esploderà in una supernova. Di recente è stata oggetto delle cronache astronomiche perché un evento insolito ha reso la sua luminosità più debole e l’ha offuscata. Oggi invece, è di nuovo tornata alla sua brillantezza originaria e l’offuscamento sembra finito. Cosa è sucesso?
Gli scienziati hanno formulato diverse ipotesi per spiegare questo “calo delle performance” di Betelgeuse e molti astrofili si sono chiesti se la stella non stesse già esplodendo in una supernova. Per i ricercatori dell’Eso (European Southern Observatory) non è così e oggi due astronomi statunitensi, Emily Levesque e Philip Massey, hanno avanzato una probabile ragione per spiegare il suo improvviso e temporaneo pallore. Lo studio è stato accettato per la pubblicazione dal The Astrophysical Journal ed è disponibile in preprint su arXiv.
Betelgeuse è una supergigante rossa, ovvero appartiene a una classe di stelle massicce che hanno abbandonato la sequenza principale (che delinea l’evoluzione di una stella) e che si apprestano a esplodere, in tempi astronomicamente brevi, come supernova. E’ la seconda stella più brillante della costellazione di Orione dopo Rigel e la decima del cielo notturno osservabile. Negli ultimi mesi, fra settembre del 2019 e gennaio 2020, gli astronomi hanno rilevato qualcosa di insolito: la luminosità di Betelgeuse si era ridotta del 36%, un fenomeno visibile anche a occhio nudo, mostrato qui sotto nell’immagine dell’Eso.
Gli scienziati dell’Eso hanno chiarito che mancano ancora alcune decine di migliaia di anni – un tempo astronomicamente molto ravvicinato – prima che Betelgeuse esploda. A febbraio 2020 i due possibili scenari avanzati per spiegare il fenomeno parlavano di “un raffreddamento della superficie dovuto a un periodo di attività stellare eccezionale” o dell’ “espulsione di polvere nella nostra direzione”, come hanno spiegato in una nota. Insomma, qualcosa di inusuale ma non da ascrivere all’esplosione di supernova.
Ma oggi i due astronomi aggiungono un ulteriore tassello grazie all’osservazione di Betelgeuse e l’analisi con tecniche di spettrografia ottica. In particolare, hanno utilizzato il Lowell Discovery Telescope e hanno applicato uno spettrografo per studiare la luce proveniente dalla stella e trarne importanti informazioni sulle sue caratteristiche. In particolare, hanno rilevato che la temperatura superficiale di Betelgeuse è intorno ai 3.600 gradi Kelvin (circa 3.327 °C).
Questa temperatura è lievemente inferiore rispetto a precedenti misurazioni, effettuate prima che perdesse brillantezza. Tuttavia, questo leggero calo “è insufficiente a spiegare la recente attenuazione luminosa di Betelgeuse”, scrivono i due autori nel paper. Gli astronomi credono piuttosto che la stella vada incontro a un’episodica – dunque ripetuta – perdita della massa che si accumula come polvere di grandi dimensioni intorno alla stella. Polvere che peraltro la copre e la rende meno brillante, almeno lungo la linea ottica che la conduce al nostro sguardo. Mistero (forse) chiarito.
Riferimenti: arXiv
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