Vito Volterra, la biografia di un matematico straordinario

Vito Volterra, uno dei maggiori scienziati e matematici che l’Italia abbia mai avuto, è soprattutto noto per la sua teoria dei funzionali, che lo ha portato in seguito a fornire importanti contributi nelle equazioni integrali e integrodifferenziali; ma anche per il suo interesse nella fisica dello stato solido, dell’astronomia e della biomatematica, la cui rilevanza fu tra i primi a evidenziare. Nelle parole dell’autrice Judith Goodstein “la vita di Volterra esemplifica l’ascesa della matematica italiana avvenuta dopo l’unificazione del Paese, la sua rilevanza nel primo quarto del XX secolo, e il suo precipitoso declino sotto Mussolini… L’ascesa come una meteora e la tragica caduta di Volterra e della sua cerchia costituiscono una lente attraverso la quale è possibile esaminare nei più minuti dettagli le sorti della scienza italiana in un periodo scientificamente epico”.

Chi era Vito Volterra

Nato ad Ancona in una famiglia ebraica non abbiente nell’anno della liberazione dei ghetti italiani, Volterra mostrò assai presto la sua vocazione per la matematica. Si laureò in Fisica presso l’università di Pisa, dove divenne professore di meccanica razionale nel 1883. Dieci anni più tardi, si trasferì a Torino e nel 1900 a Roma, dove insegnò fisica-matematica all’Università della Sapienza. Appassionato patriota, nel 1905 fu eletto senatore del Regno d’Italia sulla base dei suoi alti meriti scientifici. Nel 1907, nel suo discorso inaugurale del primo congresso della Società Italiana per il Progresso delle Scienze (SIPS), Volterra tracciò con orgoglio un parallelo tra la sua epoca e il Rinascimento: “Allora nel mirabile rinnovellarsi di tutte le attività intellettuali, l’Italia divenne il centro del pensiero scientifico universale. Io lancio oggi l’augurio che sorte non meno grande ci sia riserbata, oggi che il sorgere e il plasmarsi della schietta e genuina anima italiana ha ravvivato tutto il nostro pensiero e ci ha restituita l’antica patria”.

Durante la prima guerra mondiale, più che cinquantenne, si arruolò volontario nell’esercito italiano e lavorò allo sviluppo di mezzi di trasporto aereo. Le sue speranze per la scienza italiana sarebbero state ben presto deluse. Quando Mussolini andò al potere, Volterra si unì agli antifascisti: nel 1931 fu uno dei dodici professori universitari (su più di mille) che rifiutarono il giuramento obbligatorio di fedeltà al regime. Fu costretto a dimettersi dalla cattedra universitaria e dalle molte accademie scientifiche italiane cui apparteneva. Negli anni a seguire visse prevalentemente all’estero.

Questo libro elegante, basato in parte su lettere private inedite e su documenti, interviste e contatti personali dell’autrice con membri della famiglia di Volterra, avuti durante i suoi frequenti soggiorni in Italia, racconta la vita unica e straordinaria di una persona eccezionale in un paese e in un’epoca caratterizzati da drammatici eventi. Judith Goodstein traccia con grande rigore un ritratto a tutto tondo dell’uomo, sia nella sua vita privata che pubblica. E attorno a lui dipinge un vivido quadro dei forti e talora soffocanti legami all’interno della famiglia dello scienziato; della altissima qualità del gruppo di matematici che interagirono con lui; dei variegati e intricati rapporti nella comunità accademica italiana; delle drammatiche condizioni degli intellettuali in un paese che stava gradualmente sprofondando da una fresca democrazia nella volgarità del regime fascista. Non mancano nel libro anche gustosi squarci sulle comunità scientifiche all’estero, in Europa come nel Nord e nel Sud America.

Sarebbe arduo riferire i punti salienti della vicenda, tanti sono i fatti, le idee le emozioni, le sorprese che il lettore incontrerà lungo questo splendido viaggio nella storia. Il libro sarà di interesse non solo per gli scienziati, ma anche per gli storici e altre persone di cultura: può essere letto come un romanzo, dove l’attenzione ai dettagli più significativi e a episodi poco noti convoglia un’immagine realistica della vita italiana in quegli anni – e della comunità ebraica in particolare – meglio di molti saggi storici di stampo accademico. Un pregevole lavoro, per eleganza, stile, visione in profondità. Il lettore trarrà l’impressione che l’autrice sia stata testimone diretta degli avvenimenti narrati.

Il libro
Judith R. Goodstein
Vito Volterra 
Zanichelli 2009, pp. 408, euro 27,00

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