Biotech, italiani affamati di notizie

Non ne sanno un granché gli italiani di biotecnologie, ma la sete di conoscenza aumenta ogni anno di più. Questo il quadro d’insieme che emerge dall’ultimo Rapporto “Biotecnologie e opinione pubblica in Italia” elaborato da Observa, associazione culturale senza fini di lucro che promuove il dibattito sui rapporti tra scienza e società, e presentato oggi a Roma nel corso della conferenza stampa di presentazione di Bionova 2005, la fiera delle biotecnologie che si terrà dal 20 al 22 aprile prossimi a Padova. È vero, ancora il 44,6 per cento degli intervistati pensa che “gli animali geneticamente modificati sono sempre più grandi di quelli comuni”, ma queste percentuali nel complesso sono meno alte di quelle totalizzate nella scorsa rilevazione: in biotecnologie quindi gli italiani stanno migliorando. A colmare le lacune dovrebbe correre in soccorso l’informazione che il 70,1 per cento vorrebbe più puntuale sul tema, a informare i cittadini dovrebbe essere in primo luogo il Ministero della Salute (che totalizza il 42 per cento), seguito dalla Commissione nazionale per la biosicurezza e le biotecnologie (con il 16 per cento). In che modo? Fra le risposte più interessanti un opuscolo da ricevere a casa (indicato dal 35 per cento degli italiani), e incontri diretti con i ricercatori (importanti per il 20 per cento). E proprio la categoria “università e scienziati” ha fatto registrare il balzo in avanti più significativo fra le fonti reputate più credibili dai cittadini passando dal 18 per cento del 2000 al 35 per cento del 2004. L’intero rapporto è disponibile sul sito di Observa (http://www.observanet.it). (mo.s.)

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