Biotech sotto il tendone

Un esperimento di scienza partecipata. Così viene definito dai suoi organizzatori Biopop, un evento che porterà in piazza, i prossimi 8 e 9 ottobre, giovani scienziati e normali cittadini per discutere assieme di Ogm e sicurezza alimentare, di geni e brevetti, di inquinamento e nuove terapie farmacologiche. Sotto il megatendone che verrà allestito appositamente in Piazza Maggiore a Bologna, si svolgeranno dibattiti, negoziati simulati ed esperimenti, tutti al sapore biotech. Francesco Lescai, biotecnologo e presidente dell’Anbi, associazione nazionale dei biotecnologi italiani, ci spiega i dettagli e la novità del progetto. “Per la prima volta” dice, “i ricercatori usciranno dai laboratori per incontrare i cittadini in piazza, non per insegnare o per convincere a vedere positivamente le biotecnologie, ma per stabilire un dialogo a doppio senso tra scienziati e pubblico, un’interazione da cui entrambe le parti potranno imparare qualcosa.” Da dove nasce il progetto Biopop?”Dagli incontri dello Yebn, lo Young european biotechnology network, organizzazione che vede riuniti i giovani biotecnologi di diversi paesi europei. In quelle occasioni ci siamo ritrovati spesso a parlare di rapporto tra scienza e società interrogandoci sul ruolo dello scienziato nel mondo di oggi”.Temi di cui si sente parlare sempre più spesso. Perché secondo lei?”La scienza è prodotto del contesto sociale in cui si trova. Negli ultimi decenni la scienza, ha fatto passi da gigante arrivando a toccare moltissimi ambiti della nostra quotidianità, basta pensare alle scienze della vita o alle nanotecnologie . E perciò le decisioni che la riguardano devono tenere conto di tutta la società nel suo insieme. L’idea di fondo di Biopop è che per dire qualcosa non è necessario essere un esperto: ognuno di noi ha il diritto di avere la parola”.Generalmente gli europei si dicono ottimisti sulle applicazioni della ricerca, ma c’è anche chi come i movimenti New global, denuncia una scienza condizionata dagli interessi delle multinazionali. Secondo lei è possibile una scienza libera?”Direi di si, anche se le industrie farmaceutiche sono anch’esse parte della nostra società. Quello dei finanziamenti alla ricerca è un tema scottante, soprattutto nel nostro paese dove i soldi investiti in questo settore scarseggiano. Sotto al tendone di Bipop verrà affrontato anche questo argomento. Inoltre proveremo a fare un esperimento: durante le varie discussioni verranno distribuite delle banconote che, a conclusione del dibattito, potranno essere poste in diverse scatole a seconda di dove si deciderà di investire i soldi per la ricerca.”E gli esiti delle vostre discussioni verranno poi divulgati?”Tutti i risultati verranno pubblicati sul sito di Biopop dove verrà istituita anche una piazza virtuale per permettere di partecipare alla discussione anche chi non è potuto venire sotto al nostro tendone. Inoltre il tutto verrà consegnato alla commissione europea”.E’ la prima volta che viene organizzato un evento come questo?”In Italia sicuramente. Oltre all’aspetto partecipativo, Biopop rappresenta una novità assoluta perché è la prima manifestazione in cui interverranno solo giovani ricercatori. Chi cioè ha appena intrapreso la strada della scienza e non chi, avendo già raggiunto dei risultati, si dedica solo alla divulgazione. Alle attività parteciperanno, infatti, 60 biotecnologi. 40 italiani e 20 dagli altri paesi europei che partecipano al progetto: Francia, Germania, Olanda e Polonia. Il fatto che per la prima volta nell’ambito di un programma quadro europeo venga finanziato un progetto inventato e gestito completamente dai giovani sta ad indicare che per creare innovazione è necessario saper rischiare. Investire su chi ha una buona dose di entusiasmo accanto a un po’ di incoscienza è fondamentale per lo sviluppo di un paese”.

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