Cosa ci emoziona nel Mosè di Michelangelo?

    È normale emozionarsi di fronte alle grandi opere d’arte. Ma quanto esattamente? E quali particolari ci fanno immedesimare maggiormente? Per comprenderlo, un gruppo di ricercatori della Sapienza, in collaborazione con la spin-off universitaria BrainSigns srl, ha misurato l’emozione e l’attività cerebrale di un gruppo di visitatori durante l’osservazione del Mosè di Michelangelo. Si tratta della prima volta al mondo in cui è stato possibile registrare e analizzare l’attività del cervello durante l’osservazione di una statua reale, e non di fronte ad una semplice riproduzione su uno schermo di laboratorio.

    La ricerca, che sarà presentata durante il Congresso mondiale di Bioingegneria (Ieee-Embs) che si terrà ad Chicago il prossimo agosto, ha rivelato come la suggestione suscitata nei visitatori dal capolavoro di Michelangelo sia molto diversa a seconda della prospettiva da cui si osserva la statua. In particolare, l’emozione provata è risultata massima quando si guarda direttamente il viso e gli occhi del Mosè, osservando quindi da una posizione laterale alla statua, mentre da posizione frontale, non incrociando quindi direttamente lo sguardo con il Mosè, l’emozione misurata è significativamente più bassa.

    I risultati confermano le osservazioni fatte dallo stesso gruppo di ricerca durante di fronte a quadri di Tiziano o di Jan Vermeer raffiguranti ritratti e soggetti religiosi, esposti un anno fa a Roma presso le Scuderie del Quirinale. Anche in quell’occasione infatti l’emozione provata dalle persone durante l’osservazione dei dipinti che ritraevano volti umani era molto maggiore di quella provata durante l’osservazione di quadri a contenuto religioso o paesaggistico.

    Questi studi aprono nuove strade alla comprensione della capacità del cervello umano di “far sentire” le emozioni in maniera più o meno intensa durante la contemplazione estetica, e di come questo sia stato sfruttato dagli artisti nelle loro opere. I risultati sono in fase di applicazione per realizzare allestimenti museali studiati per massimizzare l’esperienza dei visitatori, e anche per spazi architettonici, come esempio il Colosseo, i Fori romani o anche la Cappella Sistina.

    Credits immagine: ercolemarchi/Flickr

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