L’universo come un ologramma

    Pensare l’universo come un ologramma, sviluppando un modello matematico che lega varie teorie dello spazio-tempo. Sembra fantascienza, ma è oggi invece un’ipotesi reale. Almeno secondo uno studio pubblicato su Physical Review D e condotto dagli scienziati dell’Università di Southampton, dell’Università di Cambridge e del Nordic Institute of Theoretical Physics.

    “Uno dei più importanti progressi nella fisica teorica è il principio olografico. Secondo questa teoria, il nostro universo può essere pensato come un ologramma e noi vorremmo capire come formulare le leggi della fisica un universo siffatto”, spiega Kostas Skenderis, professore di fisica matematica all’Università di Southampton e coautore dello studio. “L’idea è simile a quella degli ologrammi ordinari, dove un’immagine tridimensionale è codificata su una superficie bidimensionale. Come avviene per gli ologrammi sulle carte di credito. Solo che nella nostra teoria è l’intero universo a essere codificato in questo modo”.

    Nel modello matematico sviluppato dal team di ricerca, di cui fa parte anche l’italiano Marco Caldarelli, viene individuato un legame tra lo spazio-tempo “piatto” e lo spazio-tempo “curvato negativamente”. In generale, l’universo è descritto da una struttura quadridimensionale: si tratta di uno spazio-tempo a quattro dimensioni (tre dimensioni spaziali ed una temporale) che formano insieme un continuo, ovvero uno stato in cui i quattro elementi non possono essere distinti l’uno dall’altro.

    Lo spazio-tempo piatto e lo spazio tempo curvato negativamente rappresentano due possibili descrizioni dell’universo e oggi i ricercatori hanno trovato somiglianze sorprendenti tra i due, al di là della nostra percezione della realtà fisica. “La nostra ricerca è in corso e speriamo di trovare più connessioni tra spazio tempo piatto, spazio tempo curvo negativamente e olografia”, aggiunge il Skenderis. “L’obiettivo finale è quello di raggiungere una comprensione combinata della struttura dell’universo”.

    Riferimenti: AdS/Ricci-flat correspondence and the Gregory-Laflamme instability; Marco M. Caldarelli, Joan Camps, Blaise Goutéraux, Kostas Skenderis; Physics Review D, doi:10.1103/PhysRevD.87.061502

    di Viola Rita

    Credits immagine: NASA’s Marshall Space Flight Center/Flickr

    Se avete ricerche e studi da segnalare alla redazione per la rubrica “Ricerca d’Italia” scrivete a redazione@galileonet.it 

    LASCIA UN COMMENTO

    Please enter your comment!
    Please enter your name here