Bruno Pontecorvo, lo scienziato che visse tre volte

Mercoledì 11 settembre, nella sala del rettorato di Sapienza Università di Roma, la prima italiana del film “Maksimovic. La storia di Bruno Pontecorvo”. Ideato da Giuseppe Mussardo, professore della Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste, il film ripercorre la vita dello scienziato e dell’uomo che ha incarnato le contraddizioni e lo spirito di un secolo tormentato. Sapere dedica un dossier a Bruno Pontecorvo in occasione del centenario della nascita. Ecco un estratto dalle pagine del numero di agosto, a firma di Luisa Bonolis e Luciano Maiani.   


Bruno Pontecorvo
ha vissuto tre grandi epopee del Novecento: è stato uno dei ragazzi di via Panisperna a Roma, col fantastico gruppo di giovani fisici guidati da Enrico Fermi. Poi ha vissuto la Guerra Fredda oltre la “cortina di ferro”, diventando protagonista e testimone della fase in cui la scienza e la tecnologia dell’Unione Sovietica sembravano prevalere sul mondo occidentale. Infine ha vissuto la caduta del “socialismo reale”, la sparizione del sistema sovietico e della stessa URSS.

Il tutto in ottant’anni di vita (era nato a Pisa nell’agosto del 1913, morto a Dubna, Russia, nel settembre del 1993 e dunque questo è l’anno del suo centenario) attraversati con un carattere timido e «gli occhi da buono», come diceva di lui sua madre. E lasciando intuizioni e scoperte che ne fanno uno dei grandi scienziati del XX secolo.

Pontecorvo arrivò giovanissimo a Roma da Pisa, spinto dal fratello maggiore, Guido, che sarebbe poi diventato, in Inghilterra, un affermato biologo. La personalità di Fermi lo colpì profondamente, sarebbe stato la sua stella polare per tutta la vita, e fu arruolato nel gruppo che avrebbe scoperto la radioattività indotta dai neutroni lenti, la porta verso lo sfruttamento dell’energia nucleare, a scopi pacifici e non. […]

L’articolo completo è disponibile sul numero di agosto di Sapere.

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