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Il buco nero nella galassia di Cristiano Ronaldo

Come si sono formati i buchi neri supermassivi nell’Universo primordiale? È una domanda non di poco conto in astronomia, considerato che i modelli tradizionali sono troppo lenti per spiegarne l’accrescimento a partire dal collasso di una stella estremamente massiva nell’Universo molto lontano, e quindi giovane. Un’ipotesi per spiegare l’esistenza di questi corpi celesti è chiamare in causa l’esistenza di buchi neri formatisi per collasso diretto da una nube primordiale di gas. Un’ipotesi finora, resa più concreta oggi dall’osservazione di qualcosa di simile a quanto predetto teoricamente. Questo qualcosa è nella radiazione emessa dalla galassia CR7, nome in codice per Cosmos Redshift 7 ma anche per il 7 del campione Cristiano Ronaldo, che avrebbe a quanto pare ispirato il soprannome. Il racconto di questa osservazione è stato pubblicato su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society.

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Anna Lisa Bonfranceschi

Giornalista scientifica, a Galileo Giornale di Scienza dal 2010. È laureata in Biologia Molecolare e Cellulare e oggi collabora principalmente con Wired e La Repubblica.

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