Giornata nazionale contro il bullismo: le conseguenze psicologiche

bullismo
(Foto: James Sutton su Unsplash)

È più frequente tra le ragazze e tra gli adolescenti. Si tratta del bullismo, fenomeno che attualmente colpisce, solo in Italia, circa il 15% dei ragazzi, con una percentuale del 20% nei bambini di 11 anni (1 su 5), che scende al 10% nei ragazzi più grandi. A stimarlo, in occasione della Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo che viene celebrata oggi, è la VI rilevazione 2022 del Sistema di Sorveglianza Hbsc Italia (Health Behaviour in School-aged Children – Comportamenti collegati alla salute dei ragazzi in età scolare), a cura dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), delle università di Torino, Padova e Siena e con il supporto dei ministeri della Salute,dell’Istruzione e del Merito e di tutte le Regioni e Aziende Sanitarie Locali.

I dati

Dalla nuova indagine, che ha coinvolto un campione rappresentativo di ragazzi di 11, 13 e 15 anni, è emerso che non ci sono differenze significative tra le Regioni: per il bullismo, la variabilità oscilla tra il 13%, in alcune regioni del sud come Calabria e Basilicata, e il 18% nelle province autonome di Trento e Bolzano; mentre per il cyberbullismo, tra l’11-12% nelle province autonome di Bolzano e Trento e il 16% in Campania, Puglia e Sicilia. Confrontando i dati con quelli risalenti al biennio 2017/18, inoltre, l’indagine ha mostrato che la frequenza di atti di bullismo sembrerebbe essere stabile. Discorso diverso, invece, per il cyberbullismo, che è aumentato nei giovani di 11 e 13 anni per la diffusione sempre maggiore dei social, tra cui You Tube, Instagram e Tik Tok.


Come affrontare la rabbia degli adolescenti


Il rapporto del Moige

Una generazione, quindi, sempre più iper-connessa. Il 22% degli adolescenti, infatti, rimane collegato per più di 5 ore al giorno, principalmente per chattare (70%, contro il 60% del 2021). E cresce, rispetto agli anni precedenti, anche la percentuale di minorenni che naviga su internet senza alcuna supervisione adulta (59% nel 2021 vs 63% 2022). Sono questi alcuni dei dati più importanti emersi dal rapporto “Tra digitale e cyber risk: rischi e opportunità del web”, realizzata dal Moige, Movimento Italiano Genitori, con l’Istituto Piepoli, che ha coinvolto 1.316 giovani dai 6 ai 18 anni e che sottolinea un aumento degli episodi di bullismo e cyberbullismo causato principalmente dal lockdown.

Dalle interviste, infatti, è emerso che il 54% è stato vittima di episodi di bullismo, rispetto al 44% del 2020, mentre per quanto riguarda il cyberbullismo, la percentuale si aggira intorno al 30%, in confronto al 23% del 2020. Questa volta però, a differenza di quanto emerso dall’indagine dell’Iss, entrambi i fenomeni sembrano interessare più i ragazzi che le ragazze: per i bullismo si stima il 57% dei ragazzi, contro il 50% delle ragazze, e per il cyberbullismo il 32% contro 29%. In poco meno della metà dei casi si tratta di offese verbali, ma sono diffuse anche violenze fisiche (26%) e psicologiche (26%). Per il cyberbullismo, invece, il 14% dei giovani ha subito scherzi o telefonate mute, l’11% ha ricevuto insulti tramite messaggi, il 10% tramite Sms, il 3% tramite foto o video e il 2% ha ricevuto minacce.

Le conseguenze psicologiche 

Il sentimento più diffuso, per le vittime, è la solitudine (28%), seguito poi dalla rabbia (27%) e dalla paura (25%). È ormai noto, da una sempre crescente mole di evidenze scientifiche, che entrambi i fenomeni possono avere una serie di conseguenze ed effetti nocivi sulla salute mentale. Per esempio, uno studio pubblicato su Jama Psychiatry dalla University College London è stato il primo a dimostrare e fornire prove evidenti del rapporto di causa-effetto tra bullismo e salute mentale. Dai risultati della ricerca, infatti, era emerso che il fenomeno causa direttamente alcuni disturbi, come ansia, depressione, iperattività, impulsività e disattenzione. “Purtroppo i social fanno presa sui nostri figli nel delicato periodo dell’adolescenza offrendo accanto a momenti di condivisione anche sempre più spesso situazioni di disagio e pericolo, con inadeguati strumenti di tutela”, commenta Antonio Affinita direttore generale Moige. “Con il nostro progetto Giovani ambasciatori (volto a sensibilizzare gli studenti sui rischi di internet e stimolare insegnanti e genitori ad avere un ruolo di guida e controllo più attivo, ndr.) puntiamo come primi educatori a fare rete con le agenzie educative come le scuole, le associazioni sportive, ed il mondo del volontariato, per fare fronte a questa emergenza sociale dei minori che sentiamo tutti nostri figli”.

Via: Wired.it

Credits immagine: James Sutton su Unsplash