Categorie: Società

Buon compleanno Internet Cafè

Sembra ieri e invece sono già passati dieci anni da quando a Londra è stato inaugurato il Cyberia, il primo Internet Café. Nato in sordina, dall’inventiva di Eva Pascoe, allora studentessa di psicologia, questo locale è stato il capostipite di una lunga catena di luoghi di ritrovo – oltre 20.000 secondo il portale internet Yahoo – dove è possibile accedere alla rete e insieme fare uno spuntino o bere un caffè. “Anche se molto spesso oggi la bevanda è solo nel nome” precisa Massimiliano Bucchi, sociologo dell’Università di Trento. A Tuvalu, isola dell’oceano Pacifico, dove due di questi locali hanno aperto le porte, il motto scelto è stato “non abbiamo ancora il caffè, ma abbiamo Internet”. “La componente tecnologica spesso non è quella prevalente” prosegue il sociologo. “Direi che la vera funzione di questi locali è permettere alle persone all’estero di incontrare propri connazionali”.Secondo una recente indagine i frequentatori degli Internet Café sono per due terzi viaggiatori che li usano per mantenere i contatti con familiari e amici anche da lontano. Per Bucchi “gli Internet Cafè possono essere un analogo contemporaneo della rete di uffici stabilita nel secolo passato dall’American Express. I cittadini americani in viaggio all’estero qui avevano un punto di ritrovo, dove erano sicuri di incontrare persone che parlavano inglese e potevano dar loro indicazioni. Allo stesso modo l’Internet Cafè ricostruisce all’estero una comunità ed è proprio questo valore sociale aggiunto alla fruizione dei servizi Internet che rappresenta la vera potenzialità rispetto all’uso della rete nella propria stanza d’albergo”.In effetti il pubblico dei frequentatori è molto diverso da quello inizialmente pensato dalla Pascoe. Computer e macchine da caffè al 39 di Whilfield Street dovevano nelle intenzioni della psicologa contribuire a diffondere l’uso della tecnologia informatica tra le donne. Il progetto Cyberia venne infatti concepito dalla Pascoe durante la tesi di dottorato incentrata sull’interazione tra donne e computer. Ma sin dai primi giorni ad affollare il locale sono stati per lo più impiegati dei vicini uffici o famiglie del quartiere che cercavano lì accesso ai servizi web, quando le utenze domestiche erano poche, ma i potenziali clienti già si contavano in molti milioni.Tra i servizi più usati in questi Internet point c’è la posta elettronica, perché si consulta rapidamente, giusto il tempo di un caffè. “In effetti è difficile dire quanta parte della tradizione del Caffè come luogo di conversazione sia oggi mantenuta visto il dinamismo che caratterizza chi li frequenta” puntualizza Bucchi. Neppure la libertà di comunicare è ora la caratteristica di questi luoghi nei paesi avanzati e, tranne poche eccezioni, anche lì dove ancora Internet è praticamente sconosciuta.Il locale inaugurato a Baghdad nel 2000, così come il ritrovo aperto due anni fa a Kabul hanno costi di accesso ai servizi proibitivi rispetto al reddito della popolazione. Sono così diventati luoghi di incontro per gli ospiti stranieri e i pochi abitanti che hanno un elevato tenore di vita. In Afghanistan inoltre i siti visitabili sono tenuti sotto controllo da un programma di censura Net Nanny che permette agli amministratori dei servizi di bloccare le comunità virtuali come chat e newsgroup. Ma neppure gli Internet Café occidentali sembrano sfuggire alla censura. Per contrastare la violenza che è andata diffondendosi attorno ai punti Internet della zona a Los Angeles recentemente è stato vietato l’accesso dei minorenni ai bar durante la mattinata e dopo le dieci di sera. Tutti i frequentatori devono esibire a richiesta i documenti e sono banditi i “closed booth”, le postazioni che consentono di entrare nella rete con una certa privacy. Positiva invece l’esperienza degli Internet Cafè in Senegal: sono luoghi costosi, ma non inaccessibili e i locali cooperano alla diffusione dell’informatica. In Malesia invece il governo ha stanziato fondi per la costruzione di un centinaio di Internet point nelle aree più arretrate per ridurre il divario tecnologico con le aree urbane.Ma arrivato al decimo compleanno l’Internet Cafè dà già segni di vecchiaia. La tecnologia Wifi permetterà di collegarsi a Internet senza fili e senza vincoli spaziali eccetto quello della copertura del servizio. Basterà allora sedersi sulla panchina di un parco pubblico per rendere del tutto desueti gli Internet Cafè.

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