Caccia alle balene in nome della scienza

Oltre 400 balene, tra cui alcune specie protette dalle leggi americane, uccise nel nome della scienza. Almeno così sostiene il Giappone che anche quest’anno ha organizzato una spedizione di caccia della durata di cinque mesi. Le baleniere nipponiche sono tornate a casa con il loro prezioso bottino in barba ai trattati internazionali che vietano l’uccisione dei cetacei. Ma, come spesso accade, fatta la legge trovato l’inganno. La moratoria della Commissione Internazionale sulle Balene del 1982 vieta la caccia a scopo commerciale ma non quella per fini scientifici. Così il Ministero dell’Agricoltura Caccia e Pesca giapponese ha avuto buon gioco nel dichiararsi soddisfatto della spedizione, partita per eliminare quello che definiscono “un problema dei mari”: secondo il Ministero nipponico, infatti, l’ammontare del pesce mangiato dalle balene in un anno sarebbe dalle tre alle cinque volte maggiore di quello pescato dall’industria ittica. Gli ambientalisti rispondono che l’obiettivo della spedizione non è economico e la scienza non c’entra nulla. Il valore sul mercato giapponese delle carcasse dei poveri mammiferi è di 33 milioni di dollari e i ristoranti non hanno tardato a rifornirsi del loro prelibato cibo. (a. s.)

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