Spazio

Samantha Cristoforetti torna nello Spazio nel 2022

Samantha Cristoforetti è pronta a tornare in quello che ha sempre chiamato “l’avamposto dell’umanità nello spazio”. Dopo Futura, la missione che l’aveva portata a passare duecento giorni sulla Stazione spaziale internazionale tra il 2014 e il 2015 – prima italiana a sbarcare nello Spazio – l’astronauta dell’Esa si appresta a intraprendere i passi necessari per tornare sulla Stazione spaziale nel 2022, la sua “casa lontano da casa” come ha ricordato anche durante la conferenza tenuta oggi in vista della sua seconda volta nello Spazio.

Dettagli sulla missione ancora non ce ne sono. Quel che è chiaro è che, accanto a esperimenti internazionali portati avanti sulla casa in orbita (come sempre), ci saranno esperimenti italiani, ancora in fase di definizione, come ha ricordato anche il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana – ASI Giorgio Saccoccia, sottolineando il ruolo di ambasciatrice per le future generazioni dell’astronauta italiana. L’astronauta inoltre seguirà gli esperimenti come LIDAL, NUTRISS, Acoustic Diagnostics, Mini-EUSO, già presenti a bordo della ISS Samantha e su cui ha lavorato il collega Luca Parmitano. Samantha però ha parlato anche di alcuni highlights della sua missione che verranno portati avanti per conto dell’Esa, in particolare del progetto di una stampante per oggetti metallici, anche in vista di missioni oltre l’orbita bassa, dei test condotti sulla piattaforma Bartolomeo fuori dalla Iss per l’osservazione e la misura della densità elettronica del plasma nell’alta atmosfera. O ancora degli esperimenti con la spirulina per la produzione di ossigeno.

Tornare sulla Iss per Samantha significa poter tornare a dare il suo contributo, con gioia, come astronauta (a propositi: l’Esa ne sta cercando di nuovi), dopo aver maturato altre esperienze dal ritorno a terra dopo Futura: “Sono grata delle numerose opportunità di crescita professionale che mi sono state offerte in questi anni, da quando sono tornata dalla mia prima missione. Per qualche anno ho guidato  ‘Spaceship EAC’, un team di studenti e giovani ricercatori che lavorano alle tecnologie per l’esplorazione lunare, e per due anni ho dato il mio contributo al programma iHAB, offrendo il punto di vista di un’astronauta nella fase di sviluppo di questo modulo abitativo fornito da ESA per l’avamposto in orbita lunare Gateway. Ho avuto anche l’opportunità di lavorare per 10 giorni sott’acqua, in veste di comandante dell’equipaggio NEEMO23 della NASA, in condizioni simili a quelle di una missione spaziale”.

Sul trasporto verso la Stazione spaziale per la sua missione sappiamo che non sarà una Soyuz, e che avverrà con il quarto volo commerciale Usa, forse a bordo della CrewDragon, ma i dettagli sono da definire. Anche per questo Samantha ha già intrapreso di nuovo l’addestramento, per prepararsi agli upgrade tencologici maturati negli anni passati.

Redazione Galileo

Gli interventi a cura della Redazione di Galileo.

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