Cambio d’identità per batteri

Da sempre personaggio controverso, inviso a molti scienziati che lo considerano troppo spregiudicato, Craig Venter, il primo ad anunciare il sequenziamento del genoma umano, torna alla ribalta delle cronache. Questa volta si assume la paternità della creazione in laboratorio della prima vita artificiale. In realtà l’obiettivo è ancora lontano, ma la prima pietra è stata posata.

Come racconta sulle pagine di Science John Glass, il ricercatore del gruppo di Venter che materialmente ha eseguito l’esperimento, il lavoro è consistito nel prelevare il Dna di un batterio, il Mycoplasma mycoides, composto da un solo cromosoma, e inserirlo in un organismo molto simile, un altro batterio, il Mycoplasma capricolum. Risultato: quando le cellule hanno inziato a dividersi il patrimonio genetico inserito è andato a metà della popolazione.

Al fine di poter controllare il processo, i ricercatori, prima di inserire il Dna del Mycoides nel nuovo batterio, lo avevano modificato in modo che producesse una proteina blu e che fosse resistente agli antibiotici. In questo modo, iniziata la divisione cellulare, è bastato trattare i microrganismi con antibiotici per selezionare quelli resistenti e osservare come tutta la colonia fosse colorata di blu.

In altre parole i Mycoplasma capricolum si erano trasformati in mycoides: il patrimonio genetico del secondo batterio aveva preso il sopravvento conferendo al primo le sue caratteristiche. Ma il successo dell’esperimento potrebbe dipendere proprio dalla due specie scelte, molto simili fra loro: non è deto infatti che tale risultato sia ripetibile con specie più evolute e lontane fra loro. (v.s.)

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here