In Zimbabwe sta per partire un nuovo servizio per comunicare alla popolazione le notizie e le informazioni di interesse pubblico tramite cellulare. Il progetto si chiama “Freedom Fone” ed è supportato dalla organizzazione non governativa Kubatana.
Si tratta di un’applicazione del ben noto sistema interattivo di risposta vocale (interactive use of voice response, Ivr), quello utilizzato comunemente dai call center per fornire ai clienti le risposte pre-registrate alle domande più frequenti, e tutti quei servizi attivabili in automatico.
L’idea è di rendere il sistema accessibile a tutte le associazioni e agli enti, perché possano raggiungere facilmente i cittadini. Per esempio nel caso di campagne di salute e prevenzione. “Oggi l’Ivr è impiegato principalmente da tecnici”, spiega Brenda Burrell, direttore del progetto, “mentre noi vogliamo renderlo fruibile anche per chi non ha competenze specialistiche”. Freedom Fone sarà un unico gestore che raccoglierà i file audio di chi è interessato a fornire un servizio. I file dovranno semplicemente essere aggiornati attraverso una interfaccia user-friendly. In questo modo la popolazione potrà accedere a una serie di informazioni in modo diretto, digitando i tasti del proprio telefono e seguendo le indicazioni della voce.
Il nuovo sistema è appetibile per tutte quelle organizzazioni che operano nel settore dello sviluppo sociale, per le quali risulta molto più efficace comunicare con il proprio pubblico per telefono, piuttosto che via internet. “Il cellulare”, sottolinea Burrell, “è molto più accessibile di quanto non lo siano internet o la televisione. E il servizio Ivr non presenta limiti nell’utilizzo, come ad esempio gli Sms che prevedono un massimo di 160 caratteri per messaggio”.
Il prototipo è stato testato in occasione di campagne informative a favore delle donne vittime di molestie sessuali, spesso restie a denunciare di persona la violenza subita. Sebbene il progetto sia ancora in fase iniziale, i primi risultati sono soddisfacenti. L’unico problema è il costo. Il servizio infatti non è gratuito per chi effettua la telefonata. Ciò nonostante, secondo la ong, l’Ivr potrebbe rappresentare un sistema di circolazione e diffusione delle informazione a basso costo, accessibile e flessibile. “Soprattutto in Zimbabwe, dove l’informazione è sottoposta ad una severa censura, disporre di sistemi che consentano di comunicare in maniera libera e diretta è una priorità”, conclude Burrell. (e.r.)