Campioni di salto

È riuscita la trasformazione di un comune “gene saltatore” in uno capace di una mobilità cento volte superiore. Il risultato è stato annunciato sulla rivista Nature da alcuni ricercatori statunitensi del Johns Hopkins Medical Institution di Baltimora. Il gene artificiale, creato a partire da un normale “gene saltatore” (o trasposone) del genoma umano, sarebbe in grado di muoversi centinaia di volte più velocemente rispetto a quelli comunemente presenti nelle cellule dei topi o degli esseri umani. I “geni saltatori” o più propriamente retrotrasposoni sono infatti degli elementi del corredo genetico che si muovono e copiano se stessi all’interno del genoma, distruggendo così i geni già presenti. È per questo che molti li ritengono fra i principali responsabili dei cambiamenti genetici che regolano l’evoluzione. La presenza nei mammiferi di centinaia di migliaia di “geni saltatori” rende pressoché impossibile la loro esatta individuazione. Gli autori dell’articolo sarebbero riusciti a rendere più attivo un trasposone umano utilizzabile anche come “gene saltatore” nel genoma dei topi. Una volta inserito nell’embrione dell’animale, i ricercatori sarebbero stati in grado di ottenere topi nei quali la funzione e l’identità di geni silenziati dal gene intruso può essere così rilevata per così dire a ritroso. La scoperta potrebbe rappresentare il primo stadio per la creazione di topi privati di geni non direttamente individuabili alla cui identità si possa poi risalire a posteriori. Questo consentirebbe di gettare nuova luce su una serie di malattie genetiche in cui i trasposoni giocano un ruolo fondamentale. (m.cap.)

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