Attenti al cane pessimista

Se il cane non accetta di essere lasciato solo, neanche per poco tempo, e lo fa capire distruggendo gli oggetti di casa, facendo i propri bisogni sul tappeto, o abbaiando senza sosta, probabilmente è un convinto pessimista. Al contrario, se si accomoda sereno nella sua cuccia aspettando senza ansia il rientro del padrone, appartiene alla sciera di chi vede sempre la metà piena del bicchiere. Una ricerca dell’Università di Bristol, pubblicata su Current Biology, dimostra che anche per i cani vale ciò che gli studi di psicologia hanno ampiamente verificato per gli umani: lo stato emotivo condiziona il modo in cui si affrontano le situazioni. Un evento “neutro”, né troppo positivo, né troppo negativo, come il caso del padrone che esce di casa per poche ore, può essere vissuto in modo diverso dal cane a seconda del temperamento. 

La prova della ciotola

A questa conclusione i ricercatori britannici della School of Clinical Veterinary Science sono giunti con un semplicissimo esperimento mutuato dalla psicologia. Ai cani è stato insegnato che quando un contenitore veniva posizionato in un particolare angolo di una stanza vi avrebbero trovato del cibo (situazione “positiva”), mentre quando si trovava in un’altra precisa posizione sarebbero rimasti a bocca asciutta (situazione “negativa”). L’inclinazione caratteriale dei singoli cani è venuta fuori collocando la ciotola in un punto “ambiguo” del locale, a metà strada tra l’angolo “positivo” e quello “negativo”. Quelli che vi si dirigevano a tutta velocità scodinzolando, come se si aspettassero di trovare la ciotola piena, sono stati classificati come ottimisti, quelli che mostravano invece un palese disinteresse come pessimisti.

Nella mente dei cani

“Abbiamo notato che i cani con una visione ottimistica sono anche quelli che mostrano un comportamento meno ansioso quando vengono lasciati soli per un periodo breve” dice Mike Mendl a capo del gruppo di Bristol. La ricerca, finanziata dalla potente associazione animalista RSPCA (Royal Society for the Prevention of Cruelty to Animals), ha quindi confermato ciò che chiunque viva con un cane non può ignorare: le sue emozioni appaiono simili alle nostre. Motivo per cui Mike Mendl si è sentito autorizzato, per indagare nella mente degli animali, a prendere in prestito gli strumenti della psicologia.

Riferimento: doi:10.1016/j.cub.2010.08.030

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