Cannabis e assunzione di farmaci: una cosa fondamentale da sapere

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Nel mondo milioni di persone consumano abitualmente o saltuariamente cannabis, per usi terapeutici o ludici, o assumono prodotti curativi da essa derivati, come il cannabidiolo. Tuttavia, la medicina sa ancora poco sulle possibili conseguenze dell’assunzione di cannabinoidi per chi segue terapie farmacologiche. In realtà alcune interazioni sono note, e già oggetto di indicazioni mediche, ma per altre “sospette” gli studi sono in corso. Ora una nuova ricerca, pubblicata da un team della Washington State University sulla rivista Drug Metabolism and Disposition, svela il motivo che sta all’origine di queste interazioni potenzialmente pericolose.

I ricercatori hanno scoperto che, mentre i cannabinoidi (le sostanze chimiche contenute nella cannabis) subiscono una rapida degradazione (circa 30 minuti dall’assunzione), i loro metaboliti (prodotti di degradazione) rimangono nel sangue molto più a lungo (anche fino a 14 giorni) e riescono ad inibire l’attività di alcuni enzimi che svolgono un ruolo fondamentale nel metabolismo di un’ampia gamma di farmaci prescritti per diverse patologie. La conseguenza potrebbe essere una diminuzione degli effetti positivi dei farmaci e un aumento degli effetti collaterali: la cannabis utilizzata per alleviare il dolore di un paziente malato di cancro potrebbe rendere più tossico il farmaco antitumorale assunto, con il rischio di dover interrompere la cura.

I metaboliti dei cannabinoidi inibiscono la detossificazione

La ricerca si è concentrata sui metaboliti dei cannabinoidi più abbondanti nella cannabis – tetraidrocannabinolo (THC), cannabidiolo (CBD) e cannabinolo (CBN) – esaminando l’effetto di ciascuno di essi in un sistema sperimentale di cellule renali umane. I risultati ottenuti sono poi stati confermati in campioni di fegato e reni umani in cui sono presenti molti degli enzimi di cui viene compromessa l’attività.


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In breve, è stato evidenziato che i cannabinoidi e i principali metaboliti del THC inibiscono fortemente diversi enzimi CYP (come vengono chiamati quelli della famiglia del citocromo P450, che partecipano ai processi di detossificazione). In particolare uno dei metaboliti del THC, chiamato THC-COO-Gluc, svolge un ruolo rilevante nell’inibizione di diversi enzimi epatici. Inoltre, tutti e tre i cannabinoidi, ma in particolare il CBD, hanno inibito due degli enzimi UGT presenti nel fegato (ovvero parte della famiglia dell’UDP-glucuronosiltransferasi, anch’essi coinvolti nei processi di detossificazione di sostanze esogene ed endogenee). Non solo: il CBD blocca anche tre enzimi che sono responsabili di circa il 95% del metabolismo dell’UGT renale, che è fondamentale nell’eliminazione di tossine e di alcuni farmaci dal corpo.


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Più attenzione da parte dei medici

Sebbene siano necessari ulteriori approfondimenti, gli autori affermano che è importante prestare attenzione quando si fa uso di cannabis contemporaneamente ad altri farmaci. “I medici devono essere consapevoli della possibilità di tossicità o mancanza di efficacia del farmaco quando i pazienti usano i cannabinoidi” ha affermato Philip Lazarus, uno degli autori della ricerca, sottolineando che i rischi di interazione negativa tra cannabis e farmaci crescono all’aumentare dell’età.

Riferimenti: Drug Metabolism and Disposition 1, 2