Una tecnologia altamente sofisticata, più potente, flessibile, economica, della maggior parte delle tecnologie mediche, viene sistematicamente sottoutilizzata nella pratica clinica: è la comunicazione tra curato e curante, un tempo al cuore dell’ars medica e oggi generalmente ridotta a pura formalità da sbrigare il più in fretta possibile. E non solo per il tempo tiranno: a spingere il medico a interrompere dopo pochi secondi la narrazione del paziente è anche un’ansia “indagatoria” inculcata all’università, che però rischia di precipitarli lungo percorsi diagnostici prima ancora di averne gli elementi sufficienti.
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