Cartoline dalla mente

    Leggere i pensieri delle altre persone non è ancora possibile, ma gli scienziati ci stanno lavorando. Uno strumento messo a punto da Jack L. Gallant e collaboratori dell’Università di Berkeley (California) è in grado di riconoscere un’immagine che una persona ha appena osservato attraverso la sua attività cerebrale.

    Due degli autori dello studio pubblicato su Nature – Kendrick Kay e Thomas Naselaris – si sono sottoposti di persona all’esperimento osservando a caso fotografie da un gruppo di 120 durante scansioni dell’attività cerebrale mediante risonanza magnetica funzionale (fMri). I risultati della fMri, combinati con un modello matematico, hanno consentito di associare l’attività neuronale alle immagini che una persona ha appena avuto davanti agli occhi.

    I ricercatori hanno suddiviso l’area della vista della corteccia cerebrale in una scacchiera di piccoli cubi e creato un modello matematico per descrivere come ognuna di queste unità tridimensionali risponde alle diverse caratteristiche dello stimolo visivo.

    Il sistema non è in grado di ricostruire dall’attività cerebrale un’immagine sconosciuta, ma la sa riconoscere fra un set di fotografie che ha già in memoria. In una prima fase dell’esperimento, infatti, Kay e Naselaris hanno osservato un gran numero di immagini mentre la macchina memorizzava la configurazione dell’attività cerebrale corrispondente. Il riconoscimento nella fase successiva è avvenuto per confronto con questo archivio. Secondo l’esperimento, la probabilità che la macchina riconosca l’immagine va dal 70 percento per Kay al 90 per Naselaris. Probabilità che diminuisce all’aumentare del numero di immagini, fatto dovuto alla più elevata possibilità che le immagini abbiano elementi in comune. “Un giorno forse sarà possibile ricostruire il contenuto dei sogni o della memoria”, afferma Gallant, “ma certamente parliamo di un futuro molto lontano”. (s.s.)

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