La perdita dei capelli è l’effetto più evidente della chemioterapia. Un segno che ormai è diventato il simbolo della malattia e che rappresenta per le donne con tumore una difficoltà in più nella percezione positiva di se stesse, sia nella vita privata che nelle relazioni sociali. Per risolvere questo problema, da qualche anno si sta testando il casco “salva-capelli”, una tecnologia recente orientata a curare non solo la malattia, ma la paziente come persona.
Come funziona? I farmaci usati per la chemioterapia agiscono colpendo in modo aggressivo le cellule tumorali, ma in questo modo attaccano talvolta anche le cellule sane, come quelle che compongono i follicoli dei peli e dei capelli. Per evitarlo, circa mezzora prima del trattamento, alla paziente viene fatto indossare un caschetto refrigerante collegato a un macchinario. Il casco raggiunge temperature di circa 3 gradi e raffredda i vasi sanguigni che irrorano il cuoio capelluto, diminuendo così la quantità di farmaco che arriva ai bulbi piliferi alla base dei capelli e riducendone la perdita.