Salute

Cerume, le cattive abitudini da evitare per non danneggiare le orecchie e l’udito

Sei consigli sulla gestione del cerume dagli esperti dell’American Academy of Otolaryngology, che ha recentemente aggiornato la sua guida sulla salute delle nostre orecchie.

“I pazienti spesso pensano che per prevenire accumuli di cerume, ci sia bisogno di pulire le orecchie con cotton fioc, graffette o una quantità inimmaginabile di cose che la gente infila nelle proprie orecchie,” spiega Seth Schwartz, che ha curato la stesura della guida. “Il problema è che, anziché eliminare il cerume, questo procedimento lo spinge invece verso l’interno del canale uditivo. Senza considerare che qualsiasi cosa inserita nell’orecchio può causare seri danni al timpano ed al canale stesso, con conseguenze temporanee o permanenti”.

Il cerume e l’autopulizia naturale delle orecchie

Il cerume è una sostanza cerosa giallastra secreta nel condotto uditivo esterno degli esseri umani e di molti altri mammiferi, con lo scopo di pulire, proteggere ed oliare le orecchie. Di fatto si tratta di una tecnica di auto-pulizia del nostro corpo, che aiuta a mantenere in salute l’apparato uditivo: polvere, sporco e altre piccole particelle rimangono infatti attaccare al cerume, impedendo così che vadano a finire all’interno delle orecchie.

Masticare, muovere la mandibola e il naturale ricambio della pelle nel canale uditivo aiutano a spingere verso l’esterno il cerume ‘vecchio’, che viene lavato via quando, ad esempio, ci facciamo la doccia. Questo processo è assolutamente naturale e avviene in modo continuo, tuttavia a volte questa auto-pulizia non funziona molto bene, e si vengono a formare degli accumuli di cerume, in grado di bloccare parzialmente o totalmente il canale uditivo (questo capita in circa 1 bambino su 10 e 1 adulto su 20).

Pulire e curare le orecchie: le cose da fare e da non fare

Ma allora qual è il modo migliore per pulire le nostre orecchie? Contenuti nella guida, sono un numero di suggerimenti su cosa fare e non fare:

  1. Non pulire le orecchie troppo spesso. Una pulizia eccessiva può irritare il canale uditivo e causare infezioni.
  2. Non inserire oggetti acuminati o troppo sottili nell’orecchio. Cotton fioc, forcine, stuzzicadenti etc. posso danneggiare l’orecchio e lacerare il canale, oltre che potenzialmente traforare il timpano.
  3. Non pulire le orecchie con coni di cera o candele: oltre a non rimuovere il cerume dalle orecchie queste pratiche rischiano di causare bruciature al canale uditivo, accumuli di cera e infezioni.
  4. Consultare un medico in caso di calo dell’udito, accumulo di cerume o dolore alle orecchie.
  5. Consultare il proprio medico di famiglia su quali sono i metodi migliori per trattare il cerume nel proprio caso specifico, in quanto potrebbero esserci condizioni mediche che rendono alcuni opzioni poco sicure.
  6. Consultare il medico in caso di drenaggio o sanguinamento dalle orecchie. Questi sintomi non sono causati dal cerume e hanno bisogno di essere esaminati ulteriormente.

“Questo aggiornamento è importante perché non solo fornisce le migliori pratiche per i medici che si occupano del trattamento del cerume, ma è anche un importante promemoria, per i pazienti, del fatto che la salute dell’apparato uditivo comincia con le loro abitudini, e che ci sono cose da fare e da non fare per prevenire danni alle orecchie,” ha commentato Seth Schwartz, che ha condotto la stesura della guida, “Molte persone credono che il cerume sia sinonimo di mancanza di pulizia. Questo tipo di disinformazione li porta a praticare abitudini dannose”.

Per maggiori informazioni, i ricercatori incoraggiano i pazienti a rivolgersi al proprio medico di famiglia.

Ulteriori materiali informativi gratuiti (in inglese) sono disponibili sul sito dell’American Academy of Otolaryngology: http://www.entnet.org/content/clinical-practice-guideline-cerumen-impaction

Riferimenti: Otolaryngology – Head and Neck Surgery

Foto di Thomas Wolter da Pixabay

Claudia De Luca

Dopo la laurea triennale in Fisica e Astrofisica alla Sapienza capisce che la vita da ricercatrice non fa per lei e decide di frequentare il Master in Giornalismo e Comunicazione della Scienza all'Università di Ferrara, per imparare a conciliare il suo amore per la scienza e la sua passione per la scrittura.

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