Vita

Cosa causa lo spiaggiamento dei cetacei

In questi giorni oltre 250 volontari hanno tentato di salvare un gruppo di quasi 100 cetacei, esattamente globicefali, che si è arenato a Cheynes Beach, in Australia, senza tuttavia nessun risultato. Tanto che le autorità nazionali hanno fatto sapere di aver preso la straziante decisione di sopprimere gli esemplari, affermando che l’eutanasia fosse l’opzione migliore per evitare di prolungare ulteriormente la loro sofferenza. Questo, purtroppo, è solamente uno dei tanti eventi di spiaggiamenti dei cetacei che avvengono ogni anno in tutto il mondo: ieri, per esempio, un capodoglio di 10 metri circa si è spiaggiato a Varazze, in Liguria. Ma quali sono i motivi per cui un singolo esemplare o un gruppo di cetacei si spiaggia?


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Spiaggiamenti: singoli o di massa

Partiamo dal fatto che gli spiaggiamenti sono fenomeni in cui i cetacei si smarriscono arenandosi sulla spiaggia e si classificano in due tipologie: singoli e di massa. Sono tuttavia, eventi molto complessi e ci sono alla base diverse ragioni per cui questi animali si arenano. Nella maggior parte dei casi, infatti, la causa esatta rimane sconosciuta, come spiega Project Jonah, organizzazione specializzata nella protezione e conservazione dei mammiferi marini, ma uno dei fattori, o una combinazione di questi, può esserne la causa.

Cause naturali

Le cause, infatti, possono essere di origine naturale, come per esempio la vecchiaia. Con l’avanzare degli anni, infatti, i cetacei possono avere difficoltà a tenere il passo con il loro branco o resistere a forti onde o correnti. A causa della mancanza di forza, questi animali possono arenarsi e, generalmente, si trovano in cattive condizioni di salute. Nel momento del parto, inoltre, i cetacei spesso cercano baie riparate per dare alla luce i loro piccoli. Se si avvicinano troppo alla riva, possono arenarsi e più problemi hanno per partorire maggiori probabilità di spiaggiamento ci saranno.

cetacei, inoltre, possono soffrire di una serie di malattie, che possono essere temporanee oppure patologie ben più gravi. Gli effetti di queste malattie lasciano quindi questi animali deboli e disorientati, o con un’ecolocalizzazione alterata, finendo per arenarsi. Anche la predazione può essere una causa di spiaggiamento: quando inseguono la preda, i cetacei possono arenarsi accidentalmente, spinti da un’onda su una spiaggia oppure a causa delle maree. Viceversa, possono anche avvicinarsi troppo alla riva per evitare di essere predati.

Cause antropiche

Anche noi, ovviamente, siamo parte del problema. Ad esempio la pesca eccessiva priva i cetacei delle loro principali fonti di cibo, portandoli ad avventurarsi nelle acque costiere o di marea per cacciare. Inoltre, le balene che sfuggono alle reti o vengono colpite dalle navi possono subire lesioni gravi, come denti e mascelle rotti, lacerazioni profonde, lussazioni o fratture delle pinne, danni alla colonna vertebrale. Non solo: le esplosioni sottomarine causate da sonar, test sismici o terremoti sottomarini possono avere un impatto devastante su questi animali. Le forti esplosioni, infatti, possono danneggiare il loro udito e influire sulla loro capacità di comunicare, cacciare e navigare. Anche l’inquinamento, da tossine o plastica, gioca un ruolo importante nel provocare lo spiaggiamento dei cetacei: purtroppo, infatti, molte balene spiaggiate sono state trovate con grandi volumi di rifiuti o plastica nell’intestino ed è proprio l’ingestione di questi materiali che può portare a malattie e malnutrizione.

Legami sociali

Discorso diverso, invece, va fatto per gli spiaggiamenti di massa, ossia fenomeni che coinvolgono da due esemplari fino a un intero branco, che può variare da una manciata a centinaia di cetacei. Il forte legame sociale di alcune specie, infatti, può causare spiaggiamenti di interi gruppi: qualunque sia la ragione dell’arenamento iniziale, i legami sociali di questi animali possono attrarre il resto del branco. Uno dei modelli più comuni è che inizialmente uno o due cetacei si areneranno. Da qui, questi animali invieranno segnali di soccorso e i membri del loro branco potrebbero tentare di aiutarli rimanendo nelle loro vicinanze. Una marea che si ritira, tuttavia, potrebbe intrappolare questi animali, portando allo spiaggiamento dell’intero gruppo.

Via: Wired.it

Credits immagine: Will Turner su Unsplash

Marta Musso

Laureata in Scienze Naturali alla Sapienza di Roma con una tesi in biologia marina, ha sempre avuto il pallino della scrittura. Curiosa e armata del suo bagaglio di conoscenze, si è lanciata nel mondo del giornalismo e della divulgazione scientifica. “In fin dei conti giocare con le parole è un po' come giocare con gli elementi chimici”.

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