Città della Scienza, salta l’accordo per la ricostruzione

Città della Scienza rinascerà più bella di prima e nel giro di due, massimo tre anni. Con l’accordo che ci accingiamo a firmare diamo il via ai bandi per la progettazione. Dopo un anno partiranno quelli per gli appalti e nel giro di un ulteriore anno e mezzo dovrebbe essere tutto pronto. Abbiamo sconfitto la lentezza della burocrazia e del sistema, ma ora possiamo guardare al futuro con ottimismo. Certo, rimane la rabbia per quello che è successo e lo sconcerto, un anno dopo, di non sapere chi è stato e perché”. Parlava così, poco tempo fa, il fondatore della Città della scienza Vittorio Silvestrini, rilanciando la promessa di un accordo per la ricostruzione del polo scientifico-culturale di Bagnoli, andato distrutto nella notte tra il 4 e il 5 marzo dello scorso anno da un incendio doloso. Accordo che avrebbe dovuto essere siglato proprio ieri, nel giorno del triste anniversario, per segnare la rinascita di Città della scienza. Tutto rimandato invece. Ma andiamo con ordine.

L’accordo in questione prevedeva un piano da 65 milioni di euro per la ricostruzione della Città della scienza lì dove si trovava (o quasi), per dare continuità locale a un’attività che di fatto, malgrado l’incendio, non si era mai fermata, e per affiancare la nuova area dedicata al corpo umano pronta in costruzione, Corporea. Secondo questo piano i museo sarebbe stato solo leggermente spostato per permettere il pieno recupero del litorale di Bagnoli, come auspicato anche da molti cittadini napoletani. La cifra di 65 milioni sarebbe stata da suddividere così tra i diversi protagonisti della ricostruzione, secondo quanto racconta il Sole 24 Ore: 34,2 milioni per la Regione Campania; 22,5 milioni per  Fondazione Idis; 5 per il ministero per la Coesione territoriale; 3 per il ministero per la Ricerca scientifica.

Ma qualcosa invece non è andato come previsto. L’esito dell’accordo non è stato infatti quello auspicato dalle parti coinvolte e dai tanti cittadini, studenti e associazioni accorsi ieri per celebrare a Città della scienza la voglia di ricostruire (qui le foto della giornata). La firma per lo stanziamento dei fondi che avrebbe dovuto aprire la strada alla ricostruzione infatti non c’è stata. Il motivo? Contrasti tra comune e regione sulla questione della bonifica di Bagnoli, che il primo vorrebbe inserito nel piano mentre la seconda vorrebbe tenere separate le due questioni (ricostruzione polo museale e bonifica di Bagnoli).

La (cattiva) notizia – sebbene si sia parlato subito solo di uno slittamento della firma dell’accordo, nell’attesa di trovare punti di incontro – ha colto tutti di sorpresa, compresa il neo-ministro dell’Istruzione Stefania Giannini accorsa a Napoli per l’evento. E, ovviamente la Fondazione Idis che gestisce il polo museale: “Ci saremmo aspettati, davanti alle difficoltà di rapporto tra Comune, Ministero dell’Ambiente e Regione Campania, una scelta che consentisse l’immediata partenza della ricostruzione del Museo, nelle forme concordate con il Governo, la Regione e l’Amministrazione comunale”, scrivono in un comunicato: “La scelta di non firmare oggi la ricostruzione, a un anno dall’orribile crimine che ha colpito Città della Scienza, Napoli e la comunità scientifica nazionale e internazionale, è una mancata risposta ai criminali tuttora ignoti. Facciamo perciò appello al Sindaco De Magistris, al Presidente Caldoro, al Governo, affinché nelle prossime ore – riarticolando e separando come è doveroso il procedimento amministrativo dei due Accordi di Programma, quello per Città della Scienza e quello per la bonifica del Sito di Interesse Nazionale Bagnoli-Coroglio – si firmi per la ricostruzione del Museo. Napoli non può continuare a morire, mentre si litiga sulle sue magnifiche sorti e progressive”.

Via: Wired.it

Credits immagine: Gabriele Nosso via Wikipedia

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