Clonazione, brevetti sotto accusa

Greenpeace denuncia la presenza di gravi buchi normativi all’interno delle direttive europee che regolano la brevettabilità degli embrioni. Gli ambientalisti riprendono il caso dell’azienda australiana Stem Cell Sciences e di quella statunitense Biotransplant. Giovedì scorso le due società hanno presentato in maniera congiunta presso l’Ufficio Europeo dei Brevetti, una richiesta per una tecnologia di clonazione di embrioni umani e animali. La tecnica messa a punto ha utilizzato ovociti di maiale a cui è stato tolto il nucleo, rimpiazzandolo con quello proveniente da cellule di feti umani. Gli embrioni ottenuti sono stati fatti crescere per una settimana. “La normativa attuale è un vero e proprio motore trainante per ricerche di questo tipo, per la corsa alle rivendicazioni delle proprietà intellettuali di queste tecnologie”, ha dichiarato in un comunicato stampa Cristoph Then di Greenpeace. “E’ per questo che chiediamo che le regole stabilite dall’Ufficio Europeo dei Brevetti siano cambiate in modo da proibire la possibilità di brevettare la vita”. “Noi”, ribatte Peter Mountford, direttore esecutivo della Stem Cell Sciences, “sosteniamo la clonazione a scopo terapeutico che permetterebbe di ottenere organi per trapianti azzerando il rischio di rigetto”. (g.s.)

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