Come cambia l’idrogeno

Il rapporto fra le masse di protoni ed elettroni può modificarsi nel tempo. Questa l’ipotesi derivata dall’osservazione di molecole di idrogeno presente in uno dei sistemi planetari più lontani dalla Terra, e che implicherebbe notevoli conseguenze nella fisica. Un gruppo di astronomi è riuscito a osservare le molecole usando come “faro” un quasar che si trova alla distanza di 12,3 miliardi di anni luce dal nostro pianeta. L’idrogeno si trovava in una galassia ai confini dell’Universo e sebbene questo gas sia uno degli elementi più abbondanti nel Cosmo, la sua osservazione risulta possibile solo ricercandone i resti nello spettro dei quasar o nei raggi gamma. Grazie al quasar PSS J 1443+2724, gli astronomi Cédric Ledoux (European Southern Observatory, Eso), Patrick Petitjean (Istituto Astrofisica di Parigi) e Raghunathan Srianand (Centro interuniversitario per l’Astronomia e l’Astrofisica di Pune, in India), utilizzando il Very Large Telescope dell’Eso, hanno captato alcuni elementi appartenenti a una galassia invisibile. Lo spettrogramma ha mostrato una massiccia presenza di molecole di idrogeno, tanto da far stabilire il record di massima rilevazione di questa sostanza nell’oggetto più lontano mai osservato. Tali dati hanno permesso un confronto del rapporto fra la massa di un protone e quella di un elettrone presente nell’idrogeno che si trova oggi in natura, e quello di quasi 12 miliari di anni fa. Il rapporto fra le due masse si è modificato diminuendo dello 0,002 per cento. “Individuare le molecole di idrogeno e misurarne le proprietà nelle zone più remote dell’Universo”, ha detto Ledoux “è importante per determinare il modo in cui si formano le stelle”. E sebbene la percentuale sia piccola, poiché testimonia una variazione inattesa potrebbe comportare conseguenze importanti per il mondo della fisica. (s.o.)

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