Come funziona il circuito dei buoni propositi

Anno nuovo, vita nuova, si dice. Ed anche per il 2013 qualcuno ha già compilato la sua personale lista dei buoni propositi per i prossimi dodici mesi. Se sono anni che in cima alla vostra compare “fare un po’ di movimento”, ma non riuscite mai ad iniziare veramente, per voi c’è una buona notizia: la colpa infatti potrebbe non essere vostra – almeno in senso stretto – ma di una proteina nel vostro cervello, legata a un circuito neuronale particolarmente attivo negli sportivi. Un team di ricercatori dell’Università Bordeaux Segalen ha infatti scoperto che una proteina (il recettore per i cannabinoidi Cb1), gioca un ruolo chiave nel motivare all’esercizio fisico. Lo studio, pubblicato su Biological Psychiatry, suggerisce che l’azione della molecola sia direttamente correlata al piacere che si prova durante un’attività sportiva, e quindi anche della quantità di tempo che si passa a farla.

I recettori sono proteine presenti nelle sinapsi, si legano a specifiche molecole e modulano in questo modo l’azione dei neuroni. Gli scienziati sanno da tempo che i recettori per i cannabinoidi endogeni (o endocannabinoidi) sono particolarmente attivi durante l’esercizio fisico, ma quale fosse esattamente il loro ruolo rimaneva fino ad oggi un mistero.

Tre anni fa il team dell’Università di Bordeaux aveva scoperto che topi i che non presentano la proteina Cb1 – componente principale del sistema dei recettori per gli endocannabinoidi – utilizzano il 20-30% meno dei roditori normali la ruota girevole per fare esercizio. Nel nuovo studio hanno quindi deciso di indagare più a fondo il rapporto tra questa proteina e l’esercizio fisico.

Analizzando le performance sulla ruota di topi con mutazioni di Cb1, e di roditori normali a cui sono stati somministrati degli inibitori della proteina, i ricercatori sono riusciti ad identificare la sede del recettore. Questa è risultata essere il circuito di neuroni Gabaergici (che rilasciano cioè il neurotrasmettitore Gaba) presente nel tegmento, un’area del cervello di cui si conosce il ruolo nei processi motivazionali legati al piacere (cibo, sesso, ma anche l’utilizzo di sostanze stupefacenti).

Secondo i ricercatori, la stimolazione dei recettori degli endocannabinoidi bloccherebbe il rilascio da parte dei neuroni di Gaba. Questo neurotrasmettitore ha a sua volta un effetto inibitorio sui recettori dopaminergici, i quali svolgono un ruolo fondametale nell’attivazione dei processi motivazionali. Poiché la stimolazione di Cb1 di fatto “inibisce un inibitore”, l’effetto finale sarebbe quello di attivare il circuito dopaminergico, e quindi, probabilmente, motivare al proseguimento dell’attività fisica quando iniziano a presentarsi i primi segni di stanchezza.

“Se confermata, questa ipotesi motivazionale implicherebbe che il ruolo chiave giocato da Cb1 ha più a che fare con la capacità di resistenza durante gli esercizi che con il livello della performance“, spiegano i ricercatori: “oltre alle famose endorfine quindi, ora dobbiamo considerare anche gli endocannabinoidi come un nuovo potenziale mediatore degli effetti positivi dell’esercizio fisico sul nostro umore”.

Riferimenti: Biological Psychiatry doi:10.1016/j.biopsych.2012.10.025

Credits immagine: Thomas Hawk/Flickr

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