Come funziona la memoria

L’amore a prima vista? È più probabile che sia un trucco della nostra memoria che un momento degno di un film di Hollywood, almeno secondo uno studio condotto alla Feinberg School of Medicine della Northwestern University e pubblicato sul Journal of Neuroscience. Secondo la ricerca, infatti, la nostra memoria agirebbe come un astuto viaggiatore nel tempo, che raccoglie frammenti del presente e li inserisce in quello che ricordiamo del passato.

“Quando ripensiamo la primo incontro con il nostro partner attuale, ci sembra di ricordare questo sentimento di amore ed euforia” ha spiegato l’autrice dello studio Donna Jo Bridge, “Ma di fatto potremmo semplicemente star proiettando i nostri attuali sentimenti indietro nel tempo, al primo incontro con questa persona.”

E il processo non si limita a questo: i nostri ricordi si adattano a un ambiente in continuo cambiamento per aiutarci a sopravvivere, e ci aiutano ad occuparci di quello che è importante. Per fare questo, la nostra memoria cambia struttura e modifica gli eventi per creare una storia che stia bene con il nostro mondo attuale. 

Secondo lo studio, questo continuo processo di editing avviene nell’ippocampo, una parte del cervello situata nel lobo temporale, che svolge un ruolo molto importante per la memoria a lungo termine e la navigazione spaziale. Nell’esperimento, 17 soggetti di ambo i sessi hanno studiato 168 immagini in cui potevano osservare alcuni oggetti con diversi sfondi, come ad esempio una foto scattata sott’acqua o una vista aerea di una zona rurale. Successivamente, quando è stato chiesto ai partecipanti di collocare gli oggetti nella posizione originale, ma su uno sfondo diverso, essi li hanno sempre inseriti nel posto sbagliato.Nella seconda parte dello studio, ai soggetti sono stati mostrati gli oggetti in tre diverse posizioni sullo sfondo originale, ed è stato chiesto loro di scegliere quale fosse la posizione corretta.

“Ipartecipanti hanno sempre scelto la posizione che avevano scelto nella prima parte dello studio” ha spiegato Bridge, “Questo mostra che il loro ricordo della posizione dell’oggetto era stato modificato per riflettere la posizione che ricordavano sul nuovo sfondo. La loro memoria ha aggiornato l’informazione presente nel vecchio ricordo.” L’intero esperimento è stato effettuato in uno scanner per la risonanza magnetica, in modo che gli scienziati potessero analizzare l’attività del cervello, oltre che tracciare i movimenti degli occhi dei partecipanti.

“A tutti noi piace pensare che la memoria sia questa cosa che ci permette di ricordare chiaramente la nostra infanzia e quello che abbiamo fatto la scorsa settimana” ha commentato Joel Voss, co-autore dello studio “Ma lo scopo della memoria è quello di aiutarci a prendere buone decisioni nel presente e, di conseguenza, essa deve essere perennemente aggiornata. Le informazioni che sono rilevanti ora possono sovrascrivere quello che c’era in principio.”

Riferimenti: Northwestern University 

Credits immagine: Biscarotte/Flickr

Claudia De Luca

Dopo la laurea triennale in Fisica e Astrofisica alla Sapienza capisce che la vita da ricercatrice non fa per lei e decide di frequentare il Master in Giornalismo e Comunicazione della Scienza all'Università di Ferrara, per imparare a conciliare il suo amore per la scienza e la sua passione per la scrittura.

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  • Questo articolo e questa ricerca sono di una banalità sconcertante.
    Capisco che il “giornalista scientifico” debba rendere appetibili ai lettori“alleggerendoli”alcuni concetti scientifici,ma a tutto c’è un limite.
    Se una “rivista scientifica”,anche se per mezzo dei suoi collaboratori
    ,da credito a studi come questo significa che è avviata a fare concorrenza a una rivista di gossip.

  • Gentile lettore, la redazione di Galileo sceglie gli articoli e li pubblica in base a diversi criteri giornalistici, per loro natura opinabili. L'alleggerimento, come lei lo ha chiamato, è stato fatto dall'Università da cui proviene lo studio (http://www.northwestern.edu/newscenter/stories/2014/02/how-your-memory-rewrites-the-past.html). A noi piace pensare che gli studi e i risultati scientifici si possano raccontare in modi diversi. I lettori sono liberi di scegliere la narrazione che preferiscono. Cordialmente, la redazione

  • Mi scuso di tutto quello che ho scritto dell’articolo,e un poco anche me ne vergogno,ma quando ho letto che”Secondo lo studio, questo continuo processo di editing avviene nell’ippocampo, una parte del cervello situata nel lobo temporale, che svolge un ruolo molto importante per la memoria a lungo termine e la navigazione spaziale.”,ho perso il controllo.

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