È il magnetismo a creare un “vento” che attira la materia nei buchi neri. Su Nature di questa settimana i ricercatori dell’Università del Michigan descrivono il “pasto” dei buchi neri a partire dall’osservazione di un sistema stellare binario chiamato GRO J1655-40. Secondo la concezione comune i buchi neri inghiottiscono con la loro forza di gravità tutta la materia che si trova intorno a loro. Ma il meccanismo non è così semplice, perché un oggetto all’interno dell’influenza gravitazionale di un buco nero potrebbe continuare a restare in orbita all’infinito se una forza non intervenisse a dissipare il suo momento angolare (o momento della quantità di moto). I buchi neri tendono ad attirare il materiale delle stelle vicine in un disco di accrescimento che li circonda, più o meno come gli anelli di Saturno; quando infine il gas precipita nel buco nero, sappiamo che qualcosa ha eliminato il momento angolare. Questo “qualcosa” potrebbe essere costituito da campi magnetici o venti interni al disco, ma finora non c’era alcuna prova a favore degli uni o degli altri. Dallo studio del sistema stellare binario GRO J1655-40 (composto da una stella e un buco nero), i ricercatori hanno scoperto che parte della materia è continuamente spinta fuori del disco del buco nero a formare un “vento”, e che questo vento è creato dalla pressione nel disco causata da un campo magnetico. Il campo magnetico, quindi, mette il gas nel disco viscoso e crea la pressione che guida il vento. Il vento stesso dissipa il momento angolare, e così la materia cade nel buco. (m.r.)