Compresse di iodio per proteggersi dalle radiazioni: come e quando vanno assunte

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Con la presa delle centrali nucleari ucraine di Chernobyl e Zaporizhzhia, da parte delle truppe russe, la paura di un incidente nucleare ha spinto alcuni cittadini, memori del terribile disastro di Chernobyl del 1986, a fare scorta di iodio. O meglio di compresse di ioduro di potassio. L’idea è che assumendo le compresse, anche preventivamente, ci si possa difendere dallo iodio radioattivo che colpisce la tiroide e aumenta il rischio di cancro, in caso di incidente nucleare. Tuttavia, le autorità locali e internazionali spiegano che attualmente non c’è alcuna indicazione di prendere queste compresse, che devono sempre essere prescritte dal medico o dalle istituzioni sanitarie, in dosi e con modalità raccomandate e non in maniera preventiva.

Una misura non necessaria

Secondo quanto riferito dall’associazione belga dei farmacisti, soltanto nella giornata di lunedì 28 febbraio in Belgio sono state comprate più di 32mila scatole di compresse di ioduro di sodio a quasi 30mila cittadini, mentre venerdì e il sabato precedente la richiesta media era di circa 4mila scatole al giorno. Ma le autorità frenano la corsa all’acquisto.

“L’attuale situazione in Ucraina non richiede l’assunzione di compresse di iodio”, scrive su Twitter l’Agenzia federale belga per il controllo nucleare: “Queste rimarranno disponibili gratuitamente in farmacia, ma non sono necessarie in questo caso specifico. Assumi lo iodio soltanto se consigliato dalle autorità di governo”.

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Anche i Centri statunitensi per la prevenzione e il controllo delle malattie (Cdc) hanno sottolineato che lo ioduro di potassio va assunto solo “dietro indicazioni dei responsabili della salute pubblica o di coloro che gestiscono l’emergenza”, perché può comportare dei rischi per la salute. Insomma, il fai da te potrebbe essere addirittura controproducente.

Cosa c’entra lo iodio

Lo iodio è un elemento chimico che si concentra nella tiroide e che gioca un ruolo centrale per la crescita e nell’equilibrio del metabolismo. Il collegamento con il disastro nucleare di Chernobyl è legato al fatto che nell’incidente fu rilasciato lo iodio-131, un isotopo (una forma) radioattiva che, come lo iodio stabile, si accumula nella tiroide e aumenta il rischio di cancro. 

Siccome l’elemento viene stoccato nella tiroide, l’idea è che riempiendo l’organo con lo iodio non radioattivo la tiroide si saturi e non assorba così l’isotopo dannoso. Tuttavia, prenderlo ora non è raccomandato, come spiega all’Ansa Sebastiano Venturi, medico esperto di igiene pubblica che ha lavorato nel Servizio di igiene e prevenzione della Ausl di Rimini. Deve essere assunto “in dosi opportune e non come preventivo in assenza di radioattività”. Inoltre nella somministrazione si deve tenere conto di altri elementi della storia clinica e fattori di rischio del singolo.

Come viene distribuito lo iodio in caso di emergenza

Non bisogna correre in farmacia anche per un altro motivo: qualora si rendesse necessario assumere compresse di iodio, a fornirli sarebbero le autorità, nelle formulazioni più adeguate e in maniera gratuita. In Belgio, per esempio, la distribuzione è gratuita e avviene nelle farmacie, presentando la carta d’identità. Nel nostro paese attualmente gli integratori a base di iodio possono essere comprati a proprie spese senza prescrizione, ma gli esperti rimarcano che a oggi è importante evitare acquisti non monitorati dal medico. 

Se si dovesse presentare uno scenario in cui servisse assumere le compresse, queste verrebbero fornite nelle dosi e nella formula opportuna e l’operazione sarebbe a carico della Protezione civile e dalle Regioni. In Italia la Protezione civile e il ministero della Salute, insieme ad alcune regioni, hanno già avviato una ricognizione a livello precauzionale sul livello di scorte di iodio.

La situazione oggi

La presa da parte delle truppe russe di Chernobyl e della centrale nucleare di Zaporižžja in Ucraina ha destato alta attenzione in Europa. L’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Iaea) si è detta estremamente preoccupata della situazione, fornendo però delle rassicurazioni sul fatto che attualmente i livelli delle radiazioni sono normali. 

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Stando a quanto dichiarato dalla Iaea il 6 marzo, mentre in precedenza il contatto con le autorità locali e con gli impianti era costante, ora le comunicazioni con il personale che gestisce la centrale nucleare di Zaporizhzhia risultano deteriorate e possibili soltanto tramite cellulare, peraltro con qualità scadente. Anche questo elemento è fonte di preoccupazione e il direttore generale, Rafael Mariano Grossi, ha affermato di essere pronto a recarsi presso la centrale nucleare per supportare la gestione del momento critico.

Via: Wired.it