L’Azienda Sanitaria Locale di Rieti ha avviato un profondo cambiamento in termini di appropriatezza ed efficacia delle cure, per rendere queste sempre più centrate sullo sviluppo processi decisionali che vedono il paziente protagonista dei percorsi assistenziali. Lo scopo del cambiamento è quello di generare valore, certezza di operare risposte sociali e sanitarie adeguate e personalizzate rivolte ai cittadini (1).
A tal riguardo, un’attenzione specifica è stata posta al Piano Aziendale delle Cronicità 2018-2020 presentato lo scorso 26 settembre, un documento che si pone come “uno strumento di governance multidisciplinare e multiprofessionale costruito attraverso l’interrelazione di tutti i componenti delle filiere assistenziali, esaltando il carattere multisetting ed il valore del contributo di ognuno, nella chiarezza dei ruoli e delle responsabilità” (2).
Il Piano Aziendale della ASL Rieti, oltre a porre un’attenzione particolare alla Medicina Narrativa (3) quale strumento di umanizzazione e presa in carico dei significati del vissuto del paziente riguardo la sua malattia, pone un focus sulle Comunità di Pratica, un modello d’avanguardia per la presa in carico complessa delle cronicità: inclusivo, partecipativo e caratterizzato da un obiettivo comune ove i componenti sono strettamente interconnessi fra loro e in rapporto di forte reciprocità (4).
La cronicità ha le stesse variabili significative di un sistema complesso ed eguale necessità di una visione olistica d’intervento che tenga conto dei bisogni biologici, sociali e psicologici del paziente. Per rispondere adeguatamente alla complessità multifattoriale, bisogna utilizzare modelli costo-efficacia e attivare politiche adattive centrate sulla persona, rendendo possibili risposte di qualità, sicure ed economicamente sostenibili. La presa in carico deve tener conto, del fatto che la complessità di un sistema è caratterizzata da uno stream, un flusso in cui le interconnessioni delle variabili sono imprevedibili e dove il nostro “caro” senso compiuto, derivante da deduzioni logiche, ha scarsa efficacia nel fronteggiare la complessità sistemica di cui l’individuo è portatore.
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