Concordia un anno dopo: ecco come verrà rimossa

Cinquantamila tonnellate piombate addosso allo scoglio delle Scole; 4229 le persone a bordo, 32 le vittime, e oltre 50mila pagine di atti e verbali nell’indagine della magistratura sulle responsabilità del disastro. Sono questi i numeri che, un anno dopo, ricordano la catastrofe della Concordia, la nave della Costa Crociere capitanata da Francesco Schettino affondata nelle acque del Giglio la sera del 13 gennaio 2012, dopo il tristemente famoso “inchino” all’isola, ancora lì a ricordare il disastro. Perché le operazioni di rimozione sono in ritardo. La Concordia infatti dovrebbe riemergere solo a settembre, con i lavori di ribaltamento e rigalleggiamento (previsti dal progetto di recupero, il The Parbuckling Project), gestiti dalla statunitense Titan Salvage insieme all’italiana Micoperi, slittate dalla prossima primavera, come era stato previsto. E sarà tutt’altro che una passeggiata.

Se infatti nel corso di quest’anno hanno preso corpo anche progetti per un recupero artistico del relitto – come quelli del concorso New Concordia Island Contest, vinto da Alexander Laing e Francesco Matteo Belfiore che hanno re-immaginato la Concordia tagliata a filo d’acqua e popolata di giardini – l’idea in programma è un’altra.

La prima fase prevista dal progetto di recupero, quella dello stabilizzazione del relitto così da evitare scivolamenti lungo il fondale – si è conclusa a novembre, aprendo le porte al passo successivo, quella del ribaltamento della nave. Per farlo sarà necessario prima costruire un falso fondale su cui far poggiare l’imbarcazione, usando sacchi di cemento e piattaforme che riescano a sopportare il peso dello scafo, una volta ribaltato. Successivamente una gru installerà sul lato sinistro dei cassoni di galleggiamento, collegati a dei cavi di acciaio che verranno messi in tensione da alcuni martinetti idraulici per procedere così, lentamente, al ribaltamento sulle piattaforme.

Infine dei cassoni di galleggiamento verranno posizionati anche sul lato destro del relitto, e dopo essere stati progressivamente svuotati dell’acqua, consentiranno alla nave di rigalleggiare, come mostra anche la Bbc. Ad operazione conclusa – per il costo di circa 400 milioni di dollari (circa 305 milioni di euro) la parte della nave sommersa sarà di 18 metri. Pronta per essere trainata verso un porto che ne proceda allo smaltimento, probabilmente quello di Piombino, anche se attualmente, il sito toscano non sembrerebbe pronto ad ospitare il gigante. E fino ad allora, ovvero fin quando la nave rimarrà nelle acque del Giglio, dovrebbe continuare lo stato di emergenza, secondo quanto chiede il sindaco dell’isola Sergio Ortelli, in scadenza invece il prossimo 31 gennaio.

Credits imamgine: darkroom productions/Flickr

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here