Categorie: Ambiente

Continua la lotta per tutelare le balene

La caccia alle balene in Groenlandia ha lo scopo di “riempire i portafogli, non solo lo stomaco”. Ad affermarlo è un’indagine della Whale and Dolphin Conservation (Wdc), una delle principali associazioni non profit che si batte per la difesa di questi cetacei. Nei mercati del paese, svela il documento della Wdc, sono infatti disponibili per i turisti sia la carne di alcune specie protette di mammiferi marini, che diversi oggetti realizzati con i loro denti. Una situazione ben diversa da quella prospettata dalle autorità della Groenlandia, che durante la riunione della Commissione internazionale per la caccia alle balene (Iwc) tenutasi pochi giorni fa in Slovenia, hanno sostenuto che l’uccisione di questi animali avrebbe come unico scopo quello di soddisfare il fabbisogno alimentare della popolazione locale, riuscendo in questo modo ad ottenere il permesso di cacciare ogni anno 164 balenottere minori, 12 balenottere comuni, 2 balene artiche e 10 megattere.

La Iwc, istituita nel 1946, ha lo scopo di regolamentare la caccia alle balene a livello mondiale, anche se norme e moratorie approvate nel corso degli anni sono risultate spesso inefficaci e facilmente raggirabili. Oltre a denunciare il recente caso della Groenlandia, i portavoce della Wdc e di altre organizzazioni animaliste presenti in Slovenia si sono opposti anche ai balenieri islandesi, che solo quest’anno avrebbero ucciso 109 balenottere comuni (in via di estinzione) e 23 balenottere minori. E questa volta il loro appello non è rimasto inascoltato: Unione europea, Stati Uniti, Australia, Nuova Zelanda, Messico, Brasile e Monaco hanno infatti votato a favore di una moratoria contro la caccia dei cetacei da parte dell’Islanda, non presente alla riunione.

Un altro paese nel mirino delle organizzazioni che tutelano i cetacei è il Giappone, che per anni ha ottenuto il permesso di uccidere le balene dell’Oceano Antartico per scopi scientifici. Dimostrato che anche in questo caso che si trattava in realtà di caccia a fini commerciali, il 3 aprile la Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja l’ha dichiarata illegale. Il governo giapponese ha presentato una proposta per riprendere la caccia, ma la Wdc dichiara di non voler perdere la battaglia e che continuerà a fornire dati e prove per vigilare sulla condotta dei balenieri di tutto il mondo.

Credits immagine: Michael Dawes/Flickr

Giulia Carosi

Dopo una laurea in Psicologia conseguita alla Sapienza Università di Roma abbandona l’idea di fare la ricercatrice per studiare un po’ di tutto e non tutto su poco. Si iscrive al Master in Comunicazione della Scienza della Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste per imparare a raccontarlo.

 

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