Corbellerie in salsa religiosa

Frank J. Tipler
La fisica del cristianesimo
Mondadori 2008, pp361, euro 19,00

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Qualche tempo fa ho ricevuto un libro: “per recensione”, suppongo, visto che non lo avevo ordinato e sembrava un dono dell’editore. Si trattava di “La fisica del cristianesimo”, di Frank J. Tipler, professore alla Tulane U. di New Orleans; 361 pagine messe sul mercato  per 19 euro da Arnoldo Mondadori, nel 2008, nella traduzione di Tullio Cannillo. Tipler (Frank J., da non confondersi con Paul A., onesto docente altrove) non è nuovo a queste sortite, anche se nella mia indolenza ho saltato la lettura della sua “Fisica dell’immortalità”, già uscito dallo stesso editore. Devo dire che Tipler, rinomato per un “Principio antropico” condiviso con John Barrow, non è il solo a manifestare queste tendenze alla trascendenza; e un mio capiente faldone è pieno di scritti di “posseduti dal soprannaturale”, compresi alcuni nostri connazionali  (uno soprattutto) che lo sono per motivi, per così dire, politico-pecuniari, visto che il genere rende. Tra l’altro, queste elucubrazioni si mettono in lista per il concreto “premio Templeton” di cui si trova facilmente notizia in rete. Certo è che, in un paese come il nostro, in cui il clero è politicamente potente e autorevole, la religiosità remunera anche con un’aurea di affidabilità ideologica oltre che con guadagni in denaro.

Poche righe del nuovo libro di Tipler danno già l’idea: il sottotitolo è “Dio, i misteri della fede e le leggi scientifiche” e la quarta di copertina “Se le leggi fisiche implicano l’esistenza di Dio, allora Dio esiste”. Ma alcuni paragrafi raggiungono punte di insensatezza ineguagliabili, come la “Spiegazione scientifica della resurrezione” (pg. 237), lì dove si legge: “E’ questo meccanismo di annichilazione barionica tramite effetto tunnel elettrodebole sic! che potrebbe essere stato utilizzato per compiere tutti c.vo suo i miracoli descritti nei Vangeli, e in particolare la resurrezione”. Non vi dico ciò che riesce a scrivere sull’assunzione della Vergine e su Gesù che cammina sulle acque (con grande uso di “neutrini di bassa energia”)! Per concludere, a pg 318, “Ho proposto diversi esperimenti per verificare la mia ipotesi che questo processo di creazione della materia fosse attivo duemila anni fa. Se la mia ipotesi è corretta […] Farebbe del cristianesimo un ramo della fisica”. Perbacco!

Voglio solo dire che di corbellerie così dotte, nella mia lunga vita, non m’era capitato di sentirne. Non che questo mi faccia riflettere sullo stato mentale dell’autore, che può anche essere un furbacchione matricolato (come altri che conosco nel mio ambiente); ma mi preoccupa che in un paese permeato da una tradizionale fragilità credulona si mettano in circolazione panzane così pompose spacciandole per scienza (la lista bibliografica cita un lunghissimo elenco di persone perbene).

Il fatto è che la credenza in dio offre due opportunità senza precedenti: una è la legittimazione “assoluta” dei poteri di chi la professa, l’altra è la validazione “assoluta” di ciò che viene dagli stessi chiamato verità. Entrambe queste caratteristiche appaiono inconfutabili al livello umano, proprio perché attribuite a un ambito sovra-naturale. L’insistenza della chiesa cattolica (ma non è la sola) sul richiamo alla “volontà di dio” (che l’attuale papa ripete incessantemente) e alla veridicità delle leggende tramandate da testi arcaici, a dispetto di ogni altra evidenza, è una difesa irrinunciabile di un potere di controllo sulla ragione rivendicata dai cosiddetti laici. L’operazione Tipler che ho diffusamente riferito all’inizio è proprio in questo assai pericolosa: essa induce chi non ha ragionato nel campo a credere che la fisica contemporanea sia perfettamente compatibile, nei suoi stessi fondamenti, con quelle manifestazioni innaturali che vengono chiamate miracoli. Cioè, lo è senza bisogno di affermare apoditticamente che il dominio della verità sovrannaturale trascende quello della comprensione razionale.

A me sembra, sin da quando ho acquistato un minimo di autonomia di pensiero, che l’idea di un dio come quelli delle religioni monoteiste sia politicamente geniale perché si basa sulla consapevolezza che hanno alcuni dell’enorme potere di suggestione di una invenzione “banale” e perciò comprensibile al “volgo”. Una volta elaborata la convinzione che una entità superiore si occupa dell’umanità, dà garanzie post-mortem e consola se le cose vanno male, gli amministratori del potere pur di accreditare la dottrina possono fare ciò che più garantisce loro ogni consenso; salvo naturalmente il caso che le chiese si differenzino geograficamente, sicché il conflitto diventa inevitabile come tutti i più comuni conflitti di potere. Ma, se si deve convivere con il dio locale e i suoi utenti accreditati, il problema da affrontare è anche quello di arginarne le influenze sullo sviluppo culturale: ed ecco che un pensiero scientifico che cresce lavorando sull’incertezza delle soluzioni via via raggiunte nell’interpretazione dei fenomeni, con il dubbio, viene subito in collisione con le verità rivelate care al potere religioso.

Esempi eclatanti sono quelli che riguardano la biologia umana: dall’idea che il dolore redima contrapposta allo sviluppo di terapie del dolore e alla rinuncia all’accanimento terapeutico, alla proibizione dei contraccettivi per tenere a bada le infezioni sessualmente diffuse, eccetera. Ma, poi, anche le contrapposizioni come quella del creazionismo al darwinismo, per non dire delle classiche pretese antropocentriche che hanno disturbato per almeno due secoli un punto di vista come quello copernicano: tutte controversie in cui la chiesa cattolica si è ravveduta ma con una lentezza che fa a pugni con la prodigiosa accelerazione del pensiero scientifico.

Chi ha insegnato fisica e chi pratica questa disciplina come ricerca sa bene che il miglior fertilizzante della ragione è il dubbio. Rendere una parte del pensiero umano inaccessibile al dubbio è una “colpa epistemologica” grave. Nessuno rivendica, io per primo, il diritto di proibire le credenze individuali più stravaganti; ma quello che non mi sembra garantito a sufficienza è il diritto di confutarle contestualmente con argomenti tratti dall’esperienza intellettuale personale e, soprattutto, con il rifiuto di lasciarle penetrare nelle menti in formazione senza fornire antidoti che garantiscano la libertà di scelta. E’ ben possibile che alcune figure straordinarie, come Gesù o Buddha o Confucio, abbiano predicato la salvezza di uomini e donne buoni e saggi in epoche difficili a causa del prevalere degli autoritarismi e della forza, ma forse si fa loro un torto tramandandole nella storia come elementi estranei alla parte migliore dell’umanità perché di origine sovrannaturale. E’ ciò che tenta di fare anche Tipler con il suo assurdo tentativo: posso solo raccomandare di non buttare via il denaro per acquistarlo.

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