Cordone salvavita

Il cordone ombelicale, tanto importante durante i nove mesi della gravidanza, può essere altrettanto utile anche dopo il parto. Il sangue contenuto al suo interno, infatti, è ricco di cellule staminali, le stesse del midollo osseo, capaci di generare migliaia di globuli rossi, bianchi e piastrine: gli elementi fondamentali del sangue, indispensabili nella cura delle leucemie. A differenza delle cellule staminali contenute nel midollo osseo, però, quelle presenti nel sangue placentare sono in numero ridotto e per questo il loro trapianto trovava indicazioni solo in persone con un peso inferiore ai 50 chilogrammi, prevalentemente bambini. Un motivo in più per donare il cordone ombelicale viene ora da uno studio presentato da William Arcese, responsabile dell’Unità trapianto allogenico della cattedra di Ematologia dell’Università “La Sapienza” di Roma, al congresso “Biologia e trapianto di cellule staminali emopoietiche” organizzato dalla European School of Haematology e tenutosi a Parigi dal 13 al 15 febbraio scorsi. Che apre anche agli adulti l’indicazione per l’intervento, portando fino al 40 per cento la probabilità di sopravvivere senza malattia a 3-4 anni dall’intervento per pazienti altrimenti destinati a morire. “Si tratta di un risultato molto importante”, afferma Arcese, “che incoraggia a proseguire gli studi sul trapianto di cellule staminali da cordone ombelicale in adulti”.Lo studio ha coinvolto 224 pazienti europei ed extraeuropei, affetti da leucemie e altre neoplasie ematologiche, per i quali non era stato possibile trovare un donatore di midollo osseo compatibile nei registri internazionali. Pazienti in condizioni gravissime per i quali non esisteva alcuna terapia valida. I trapianti di cellule staminali prelevate da cordone ombelicale, eseguiti fra il 1994 e il 2001 e raccolti nel database europeo Eurocord, hanno invece indicato che una possibilità terapeutica esiste: tra i pazienti le cui condizioni erano state considerate molto gravi si è registrato un tasso di sopravvivenza senza malattia del 20 per cento mentre per quelli pur sempre gravi ma con uno stadio meno avanzato di malattia la percentuale è salita fino al 40 per cento. “Il trapianto di cellule staminali da sangue placentare è quindi una procedura terapeutica quanto mai efficace per offrire sempre maggiori speranze di vita a bambini e adulti malati di leucemia”, afferma Arcese, “ecco perché un gesto semplice come quello della donazione del sangue di cordone ombelicale al momento del parto può diventare di importanza vitale”. Il prelevamento del cordone ombelicale è semplice e del tutto indolore sia per la madre che per il neonato. Chi volesse donare il sangue del cordone ombelicale deve comunicarlo al proprio ginecologo e al centro trasfusionale dell’ospedale dove intende partorire. A questo colloquio segue un normale prelievo di sangue per l’analisi Hiv ed Epatite B, esami che la gestante farebbe comunque. La donazione avviene al momento del parto, poco dopo la nascita del bimbo, poco prima dell’espulsione della placenta, quando il cordone è stato già reciso. Il sangue del cordone viene infatti aspirato solo dopo che lo stesso è stato tagliato. In pochi secondi il sangue ricco di cellule staminali viene raccolto in una sacca sterile (mediamente 50 millilitri, pari ad una unità impiegata in un trapianto su bambino con peso inferiore a 50 chilogrammi). L’unità raccolta viene portata in laboratorio per i controlli, che devono essere eseguiti secondo standard di qualità: in questa fase si stabilisce la compatibilità delle cellule staminali. In attesa del trapianto il sangue viene conservato in speciali contenitori a 190 °C sotto zero (crioconservazione) e i dati relativi all’unità di sangue vengono registrati in un computer. Dopo sei mesi dalla donazione, periodo finestra che serve per escludere la presenza di patologie nelle donatrici, il sangue è pronto per essere trasfuso e resta a disposizione della banca per una decina di anni. L’Italia è stata una delle prime nazioni a dotarsi di banche di sangue del cordone ombelicale: nel 1993 queste strutture erano presenti nel mondo solo a New York, Düsseldorf e Milano. Da quel momento fino al 2001 nel nostro paese sono stati stoccati più di 7.000 cordoni ombelicali. Grazie al sistema di rete italiana e internazionale le unità di sangue vengono consegnate in tutto il mondo: fino all’agosto 2001 ne sono state distribuite ben 176. Australia, Cina, Argentina, Canada, Israele sono fra i paesi che hanno usufruito delle unità italiane. I dati pubblicati nel 2001 da Eurocord proiettano l’Italia ai primi posti fra le nazioni che eseguono più trapianti: ben 173, secondi solo ai 181 della Francia. Tutti dati che sottolineano l’efficienza delle strutture presenti sul nostro territorio. Infine, a garantire la qualità delle strutture e delle tecniche di prelievo e conservazione è il Grace (Gruppo Raccolta Amplificazione Cellule Emopoietiche): un sistema di controllo e standardizzazione delle operazioni che ha conseguito la certificazione ISO 9002.

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