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Cosa promettono realmente i collegamenti tra cervello e computer?

È solo questione di tempo, presto o tardi arriverà il momento in cui l’intelligenza artificiale supererà quella umana. E se ci faremo cogliere impreparati, il confronto con questi intelletti informatici potrebbe essere impietoso: un mondo in cui saremmo relegati al ruolo di curiosi animaletti domestici. È questa la grande paura di Elon Musk, la mente alle spalle di Space X e Tesla, che in un intervento alla Code Conference del lo scorso anno proponeva anche la possibile soluzione: il cosiddetto neural lace, un’interfaccia diretta tra il nostro cervello e i computer, che ci permetta di stare al passo con supercomputer e intelligenze artificiali. “Qualcuno dovrebbe occuparsene – ha affermato Musk durante la conferenza – e se non se non lo farà nessuno, penso che dovrò dedicarmici personalmente”. Detto, fatto. Secondo le indiscrezioni diffuse recentemente dal Wall Street Journal, Musk si sarebbe lanciato in una nuova impresa: Neuralink, società che nascerebbe proprio con lo scopo di mettere in comunicazione il cervello umano con i computer.

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Simone Valesini

Giornalista scientifico a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. Laureato in Filosofia della Scienza, collabora con Wired, L'Espresso, Repubblica.it.

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