Categorie: AmbienteSalute

Così gli alberi ci salvano la vita

Chi vive in città sa bene quanto un parco pubblico possa migliorare la propria qualità della vita, offrendo spazi per fare attività fisica o rilassarsi, socializzare o cercare refrigerio durante la calura estiva. Ma gli effetti del verde pubblico sulla salute vanno ben oltre un generico benessere: sono misurabili in termini di vite umane salvate, di minor numero di affezioni respiratorie e, conseguentemente, di risparmio di risorse per la sanità pubblica.  Ad affermarlo è uno studio del Servizio Forestale Usa che per la prima volta ha valutato il rapporto tra aree verdi, qualità dell’aria e salute pubblica, focalizzando su quattro inquinanti: diossido di azoto, ozono, anidride solforosa e polveri sottili inferiori a 2.5 micron (PM2.5) di diametro.

Secondo i ricercatori, riducendo dell’1% l’inquinamento dell’aria, ogni anno negli Stati Uniti le aree verdi urbane – circa 56 milioni di ettari – salvano la vita a 850 persone e prevengono 670.000 casi di problemi respiratori. Lo studio, pubblicato su Environmental Pollution, stima in circa sette miliardi di dollari annui il risparmio per la sanità pubblica. “I dati dimostrano quanto parchi e aree verdi siano essenziali per la salute pubblica in un paese come gli Stati Uniti, dove l’80 per cento della popolazione vive in aree urbane”, spiega uno degli autori dello studio, Michael T. Rains, direttore del Northern Research Station e del Forest Products Laboratory.  “Gli alberi che sorgono nelle aree urbane sono la minoranza del nostro patrimonio boschivo ma per la salute sono nettamente più importanti”, conclude lo studioso.

Riferimenti: Environmental Pollution Doi: 10.1016/j.envpol.2014.05.028

Credits immagine: ecstaticist/Flickr

Davide Bilancetti

Nonostante maturità e laurea scientifiche, ho sempre avuto un debole per il giornalismo ed in particolare per quello scientifico. La laurea in biotecnologie, scelta quasi per caso una sera d’estate, mi ha confermato la doppia passione per scienza e comunicazione. Così negli anni ho cercato di scrivere in tutti i modi, dal giornale della scuola alla webzine di fumetti, fino a quando, ancora una volta in una sera d’estate, ho letto del Master in giornalismo scientifico di Roma, capendo di aver trovato la strada da percorrere e che finalmente avrei potuto realizzare il mio sogno.

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