Categorie: SocietàVita

Così il cervello ci fa rispettare le norme sociali

Se vi si chiedesse di dividere una somma di denaro col prossimo, le buone norme sociali vi imporrebbero di fare a metà, spartendovi il bottino in parti eque. Che cosa fa sì che ci si adegui o meno a queste regole sociali? A permettere tutto questo è, o almeno dovrebbe essere, la corteccia prefrontale laterale (rLPFC), una zona del cervello in cui il team di Christian Ruff della Universität Zürich ha identificato la regione che regola la nostra obbedienza alle norme sociali. I risultati dello studio sono stati pubblicati su Science.

I ricercatori hanno analizzato il comportamento umano, e del nostro cervello, sia quando rispettiamo le regole volontariamente, sia quando lo facciamo sotto la minaccia di una sanzione o di una punizione di qualche tipo, reclutando 63 volontari nel loro studio. Ruff e i colleghi hanno quindi intensificato o diminuito l’attività dei neuroni nella loro rLPFC attraverso una tecnica conosciuta come stimolazione diretta trans-craniale, mentre i partecipanti erano sottoposti a un gioco durante il quale dovevano consegnarsi l’un l’altro del denaro, sapendo o meno che sarebbero stati puniti dai compagni se avessero ricevuto somme minori rispetto a una suddivisione equa.

I ricercatori hanno osservato che la decisione di adeguarsi alle norme sociali (in questo caso una suddivisione equa del denaro) era influenzata dalla stimolazione transcraniale. Nello specifico quando venivano stimolati i neuroni della regione analizzata intensificandone l’attività, gli individui che rischiavano una sanzione si adeguavano di più alle norme sociali, mentre l’adesione alle regole su base volontaria diminuiva. Risultati contrari si avevano diminuendo l’attività neuronale: le norme sociali erano seguite più fortemente su base volontaria, mentre lo erano meno nel caso in cui erano minacciate delle sanzioni.

Queste differenze hanno fatto supporre a Ruff e colleghi che l’attività della rLPFC sia diversa a seconda delle situazioni alle quali andiamo incontro, quelle in cui rispettiamo le regole volontariamente e quelle in cui invece temiamo una punizione. Anche il contesto sociale, aggiungono i ricercatori, è fondamentale perché si inneschi il meccanismo: quando i partecipanti facevano lo stesso gioco con un computer, e non con una persona, la stimolazione aveva effetti sensibilmente più deboli.

La scoperta ha dunque rivelato la rLPFC come regione di uno dei più caratteristici aspetti del nostro comportamento, spiegando come il rispetto delle norme sociali nasca a livello neurale, e possa essere stimolato e modificato agendo sui neuroni stessi. Le future implicazioni dello studio variano da un ausilio alla cura di disordini psichiatrici e neurologici alla miglior comprensione delle menti criminali, nelle quali il mancato rispetto delle norme sociali più basilari è spesso la causa stessa del comportamento.

Riferimenti: Science DOI: 10.1126/science.1241399

Credits immagine: jj_judes/Flickr

Eleonora Degano

Est modus in rebus (forse)Con alle spalle la maturità classica e una laurea in Biologia e biodiversità degli ecosistemi, ha frequentato il Master in Giornalismo Scientifico Digitale alla SISSA di Trieste. Fotografa amatoriale, lettrice seriale, ogni occasione è buona per fare le valigie e partire. Quando è ispirata scrive di scienza (e non solo) sul suo blog.Su Twitter è @Eleonoraseeing.

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