Così il topo porge l’altra guancia

Come gli esseri umani, anche i topi stressati o intimiditi da un loro simile reagiscono isolandosi o evitando gli elementi di disturbo. Ma inibendo una molecola presente nel cervello, chiamata Bdnf (Brain derived neurotrophic factor), i roditori perdono l’avversione sociale verso gli animali nemici. I risultati di un gruppo di ricerca del Southwestern Medical Center dell’Università del Texas, pubblicati su Science, sembrano stabilire il ruolo essenziale di questa sostanza nelle regioni del cervello implicate nei meccanismi della memoria e delle emozioni. I ricercatori hanno sottoposto i roditori ad attacchi giornalieri di umiliazioni sociali da parte di topi aggressivi per 10 giorni, provocando nei topi stressati una reazione di ostilità al “bullismo”. Tale atteggiamento, però, regrediva sia con la somministrazione di una dose costante di antidepressivi sia con il silenziamento del Bdnf, ottenuto attraverso tecniche transgeniche. I ricercatori ritengono quindi che ci sia una sovrapposizione nei percorsi molecolari attivati dagli antidepressivi e dal blocco del fattore neurotrofico. La scoperta potrebbe essere di notevole aiuto per lo studio dei disturbi dell’umore, come la depressione o i disordini da stress post-traumatico, nei quali il ritrarsi dalla vita sociale rappresenta un sintomo rilevante. (r.l)

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