Così la matematica ispira il cinema

“È sempre una faccenda delicata parlare del soprasensibile, e di tutto ciò che si trova al di là degli stretti limiti della ragione… Per quanto riguarda la matematica… è fuori di dubbio che anche qui le correlazioni sono naturali ed esclusivamente matematiche… Io ammetto senz’altro che per esempio questi numeri immaginari, queste quantità che in realtà non esistono, sono un osso duro per un giovane studente. Lei deve accettare il fatto che tali concetti matematici non sono né più né meno che concetti inerenti alla natura del pensiero puramente matematico… Non c’è altra via… la matematica è un mondo a sé stante, e bisogna viverci molto a lungo per sentire tutto ciò che necessariamente vi appartiene.”

Il dialogo si svolge tra il giovane Törless e il suo insegnante nel racconto di Robert Musil I turbamenti del giovane Törless. Sono comparse delle parole, ragione, soprasensibile, spiegazione, soprattutto matematica e i numeri immaginari, i numeri che non esistono, che non possono esistere. Un mondo nuovo, un mondo immaginario, così sarà chiamata nell’ottocento la nuova geometria scoperta (o inventata) da Lobachtevsky.

La matematica come fonte di ispirazione per raccontare, per visualizzare altro, per immaginare altri mondi. E di cosa tratta il cinema, sin dai suoi esordi? Di immaginare nuove realtà, nuovi mondi. E se si aggiunge l’atteggiamento spesso odioso dell’insegnante? La repulsione che si crea nella mente di chi legge, di chi ricorda, di chi non sa dimenticare. Quindi era inevitabile che l’odio per la matematica, il suo fascino segreto, il ricordo degli anni di sofferenza nella scuola, contribuissero a diffondere nell’immaginario collettivo un interesse per i matematici, per i Numeri Immaginari al cinema. L’immaginario del cinema che si sposa con l’immaginario della matematica. Alle volte il risultato di questo incontro è sorprendente.

Di matematica e di cinema tratta una rassegna di film lunghi e brevi che si apre il 25 gennaio all’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti a Venezia. Il programma pensato soprattutto per studenti liceali e universitari si trova sul sito. Una breve rassegna che continua sino al mese di maggio in cui verranno proiettati alcuni dei tanti film possibili da selezionare. Cercando di coniugare insieme l’aspetto cinematografico con quello matematico, anche se il mathematically correct al cinema non interessa nessuno. I film devono prima di tutto funzionare in quanto film; se poi non vengono dette e mostrate troppe fesserie, può anche essere meglio. D’altra parte il cinema è per definizione fiction.

Venerdì 25 gennaio 2013, ore 15.00
Michele Emmer presenta l’iniziativa, seguono le proiezioni.
Donald in Mathmagic Land, regia di Hamilton Luske (Durata: 27 min)
Will Hunting, genio ribelle, regia di Gus van Sant (Durata: 122 min)

Venerdì 22 febbraio 2013, ore 15.00
A comme Arithmetique, regia di Pierre Kast e Raymond Queneau (Durata: 9 min)*
Morte di un matematico napoletano, regia di Mario Martone (Durata: 105 min)
Interviene il regista Mario Martone

Mercoledì 20 marzo 2013, ore 15.00
Flatland, regia di Michele Emmer (Durata: 22 min)
Cube, regia di Vincenzo Natali (Durata: 90 min)

Venerdì 19 aprile 2013, ore 15.00
Le ruban de Moebius, regia di Edouard Blondeau (Durata 9 min)*
Proof, regia di John Madden (Durata: 99 min)

Venerdì 3 maggio 2013, ore 15.00
The Oxford Murders, regia di Alex de la Iglesia (Durata: 108 min)
Pi greco, regia di Darren Aronofsky (Durata: 84 min)

* proiettato in lingua francese
 Qui il programma dettagliato.

Credits immagine: Mykl Roventine/Flickr

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