Salute

Covid-19, a cosa può servire un saturimetro

Come un termometro ci aiuta a capire quando la temperatura del corpo è troppo alta, così un saturimetro potrebbe segnalarci se stiamo sviluppando un polmonite. Uno strumento molto utile di questi tempi, ha detto il presidente del consiglio superiore della sanità Franco Locatelli, che preannuncia l’intenzione di fornirne ai medici di medicina generale e ai pazienti in quarantena domiciliare.

Che cos’è il saturimetro

Se non vi è mai capitato di indossarlo di sicuro ne avete almeno visto uno in qualche film o serie tv. Il saturimetro non è altro che quella clip che si applica su un dito e che grazie a raggi infrarossi è in grado di rilevare il livello di ossigeno nel sangue. Più precisamente indica la percentuale di saturazione emoglobinica arteriosa, e misura anche la frequenza cardiaca.

La clip, in realtà, è solo la sonda, mentre un’altra componente dello strumento è l’unità di elaborazione dati, che raccoglie le informazioni, le elabora – appunto – e le restituisce come valore numerico su un monitor. Nei modelli più recenti sonda e computer sono accorpati, il che li rende ancora più facili da utilizzare e da gestire, anche a domicilio.

Come funziona

Il funzionamento del saturimetro si basa sulle diverse proprietà di assorbimento delle radiazioni luminose dell’emoglobina legata all’ossigeno e dell’emoglobina libera. La prima, anche detta ossiemoglobina, assorbe nello spettro infrarosso, mentre la seconda nel rosso.

Sulla sonda del saturimetro sono posizionati su un ramo della clip due diodi che emettono luce (uno nel rosso, a 660 nanometri, e uno nell’infrarosso, a 940 nanometri), sull’altro un sensore. Quando il saturimetro viene acceso, la luce emessa dai diodi attraversa i tessuti organici e viene ricatturata dal sensore: in base alla differenza tra la luce emessa e quella registrata il calcolatore ricava la percentuale di emoglobina legata all’ossigeno. In condizioni normali questo valore è superiore al 95%.

Saturazione dell’ossigeno

Quando il numero segnato dal saturimetro è inferiore al 95% ci si trova in ipossiemia, che in base al grado viene definita lieve (91-94%), moderata (86-90%) e grave (<85%). Questa condizione può essere indizio di un problema della funzione respiratoria e di potenziale rischio per la salute della persona, per esempio una polmonite in corso, come quella che si può sviluppare se si contrae Covid-19.

Monitoraggio a casa e diagnosi a distanza

Secondo gli esperti di questi tempi munirsi di un saturimetro a casa non sarebbe una cattiva idea. Lo strumento è relativamente economico ed è facile da utilizzare anche senza supporto medico (basta posizionarlo correttamente e poi è tutto automatizzato), e il monitoraggio dei pazienti può fornire informazioni importanti in modo tempestivo: se la saturazione scende si contatta il proprio medico che darà istruzioni su come procedere, indirizzando agli ospedali (che stanno già soffrendo l’impatto della seconda ondata di coronavirus) chi ne ha bisogno.

Via: Wired.it

Leggi anche su Galileo: Il coronavirus ha una seconda “chiave” per infettare le cellule?

Credits immagine di copertina: Syed Ali on Unsplash

Mara Magistroni

Nata e cresciuta nella “terra di mezzo” tra la grande Milano e il Parco del Ticino, si definisce un’entusiasta ex-biologa alla ricerca della sua vera natura. Dopo il master in comunicazione della scienza presso la Sissa di Trieste, ha collaborato con Fondazione Telethon. Dal 2016 lavora come freelance.

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